sabato 31 dicembre 2011

Tieni duro Lele.

Mora tentato suicidio con i cerotti
I legali: denuncia per diffusione notizia



ROMA - Molto stanco, prostrato e dispiaciuto per l'uscita della notizia. Sono queste le condizioni di Lele Mora, che ieri ha tentato il suicidio all'interno del carcere di Opera di Milano,dove è detenuto da più di sei mesi. Il talent scout si è messo dei cerotti nel naso e nella bocca con l'intenzione di soffocarsi. Un gesto dimostrativo? Potrebbe essere stato più un gesto dimostrativo che un vero e proprio tentativo di suicidio. «Chiedo scusa per quello che ho fatto, ma non ce la faccio più», ha detto poi Mora al direttore del carcere di Opera. Denuncia contro la diffusione della notizia. I legali di Mora, gli avvocati Luca Giuliante e Nicola Manzi, hanno fatto sapere di voler presentare una denuncia per la diffusione della notizia del tentato suicidio del talent scout. Riferendosi alla diffusione della notizia, Giuliante ha detto che «si è trattato di un comunicato inopportuno e ingiustificato», che in sostanza ha violato il riserbo chiesto dallo stesso Mora subito dopo il gesto. Privacy. Proprio Mora, prontamente soccorso dopo il gesto, sottolinea il legale, «dalla chiara vocazione suicidiaria» aveva infatti chiesto di non chiamare né i legali né familiari a tutela in particolare della figlia. Giuliante, che ha fatto visita stamane al talent scout, ha riferito che proprio l'uscita della notizia ha creato difficoltà a Lele Mora. Le indagini e il carcere. L'ex agente dei vip ha patteggiato 4 anni e 3 mesi per bancarotta ed è detenuto da più di sei mesi. Una richiesta di arresti domiciliari è stata presentata al Tribunale del riesame, i giudici non si sono ancora pronunciati e la decisione dovrebbe arrivare dopo il 4 gennaio. Cicchitto. «Riconfermiamo quello che abbiamo detto e che ripeteremo: la tortura inflitta tramite carcerazione preventiva a Lele Mora è un autentico scandalo. Questo indipendentemente dal fatto che egli sia una persona conosciuta o non conosciuta», ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto.

Buon anno a tutti.

Nel nome di Maria.

Buon compleanno blog!

Primo compleanno, per qualche mese abbandonato e poi rinato alla grande! Auguri! Colgo l'occasione per augurare un buon anno nel nome del Signore.

venerdì 30 dicembre 2011

L'ottimo impianto igienico-sanitario indiano.


Viene morso al pene da un topo nel letto dell’ospedale e muore dissanguato

rat Viene morso al pene da un topo nel letto dellospedale e muore dissanguato
A 53 anni, un paziente affetto da polmonite è morto dissanguato nel suo letto d’ospedale, dopo essere stato morso al pene da un topo.
Arun Sandhukh era in cura presso l’Ospedale SSKM a Kolkata, India, quando i membri della famiglia sono venuti a fargli visita Venerdì lo hanno trovato agonizzante in una pozza di sangue.
“Nessun infermiere era intervenuto e lui si contorceva dal dolore. Il suo pene era stato rosicchiato dai topi ” ha raccontato un dei parenti della vittima.
Le autorità ospedaliere hanno ammesso che esiste un problema con i roditori, ma non hanno confermato o negato che il sig Sandhukh fosse morto a causa delle mutilazioni causate dai topi affamati.

Una sua grande performance.

L'intenso momento di quando punisce il suo sesso, tutti noi dovremmo farlo.

In mia assenza.

Durante questo periodo di festività, mi prenderò una piccola pausa e non parteciperò ai concerti del 3 e dell'8 gennaio, rispettivamente ad Assisi e San Giovanni Rotondo, ma come ben sappiamo The show must go on, e non vi lascerò sguarniti; ho chiamato il mio caro amico Richard Benson che mi sostituirà alla chitarra.



Per me ovviamente è un onore avere lui come sostituto, un'enciclopedia vivente del rock, un chitarrista sopraffino e velocissimo, un autore intelligente e sensibile.

Gli ho promesso una borsa da 15.000 euro a serata, è una somma importante, ma adeguata alle capacità dell'artista.

Inoltre, abbiamo pensato ad una collaborazione, reinventando il sua meravigliosa canzone "Madre tortura", in ottica Christian Reggae.

La grande Ungheria.

E' finito il tempo dei viaggi sessuali in Ungheria, la monarchia magiara sta riconquistando il potere, Orbàn sta conquistando giustamente e democraticamente tutte le piazze di Budapest, è la Cina europea!

Un gran bell'uomo, giusto, che ama il proprio popolo, che sta rilanciando la propria nazione! W Santo Stefano! W la Sacra Corona!


Bavaglio alla stampa, deputati in manette L'Ungheria di Orbán spaventa l'Europa

Anche la Clinton è intervenuta contro la deriva autoritaria del premier

Il primo ministro ungherese Viktor Orban (a sinistra) col ministro dell'economia Gyorgy Matolcsy (Ap)Il primo ministro ungherese Viktor Orban (a sinistra) col ministro dell'economia Gyorgy Matolcsy (Ap)
BRUXELLES - Ma da dove viene? E, soprattutto, dove vuole (o può) arrivare? Prima di diventare il leader più autoritario (e ansiogeno) d'Europa, l'ungherese Viktor Orbán, 48 anni, è stato un oppositore del regime comunista, si è laureato in legge (con tanto di stage a Oxford), ha professato idee social-liberali, ha fatto il parlamentare europeo fino a ricoprire la carica di vicepresidente del Ppe. Dieci anni fa, quando guidò per la prima volta il governo, Orbán si preoccupava di tagliare le tasse, ridurre la disoccupazione e guidare il suo Paese all'appuntamento con l'Europa. Ora, tornato al potere nell'aprile del 2010, farnetica sul ritorno della Grande Ungheria (ma forse si accontenterebbe anche del formato medio uscito dopo la Prima guerra mondiale). Intanto minaccia di ridurre la Banca centrale a semplice «ufficio bolli» dell'esecutivo, di soffocare definitivamente giornali e televisioni non graditi, di varare una grottesca legge elettorale che favorirebbe in modo smaccato il Fidesz, «l'Alleanza dei giovani democratici», il partito fondato nel marzo del 1988 dall'Orbán che il mondo sta imparando a conoscere.

Da giorni Budapest è una città tesa. Il 23 dicembre i deputati dell'opposizione si sono addirittura incatenati davanti al Parlamento, un grandioso edificio neogotico costruito nel 1844 sulla sponda destra del Danubio, proprio di fronte al Castello di Buda, arcigno simbolo dell'assolutismo monarchico, costruito in pieno Medioevo dal principe Stefano e ampliato da Sigismondo, sovrano del Sacro romano impero. Divagazioni? Non proprio, visto che nei mesi scorsi il partito del nuovo leader, mentre il debito pubblico quasi raddoppiava, mobilitava la schiacciante maggioranza conquistata in Parlamento (due terzi dei seggi) per inzeppare la nuova Costituzione, che entrerà in vigore dal primo gennaio, con riferimenti alla mitologia e alla retorica nazionalistica, con Santo Stefano, la Sacra Corona, la diaspora delle minoranze magiare nel centro Europa.
«Sembra di essere tornati agli anni 50», racconta al telefono da Budapest Zita Gurmai, europarlamentare ungherese, responsabile per le pari opportunità del gruppo Socialisti e democratici. C'era anche lei, la settimana scorsa, davanti al Parlamento: «La polizia ha arrestato persino i deputati, compreso l'ex primo ministro Ferenc Gyurcsány. Mi amareggia molto dirlo, ma oggi, con queste leggi e con questa guida, l'Ungheria non sarebbe ammessa nell'Unione Europea, perché non soddisfa più "i criteri di Copenaghen" sulla democrazia e il primato della legge».

I governi europei e le stesse istituzioni di Bruxelles ci hanno messo più di un anno per capire. Nel gennaio scorso Orbán si presentò davanti all'Europarlamento in veste di presidente di turno della Ue. L'emiciclo gli riservò un'accoglienza ruvida, paragonabile a quella accordata a Silvio Berlusconi nel 2003. Ma nessuno, in alcuna capitale europea, evocò neanche l'ipotesi di mettere l'Ungheria al bando dell'Europa. Perché la «deriva autoritaria» di Budapest, come ormai la definiscono molti giornali internazionali, nasce anche dall'imbambolamento generale degli ultimi 8-10 anni. Non solo alla Grecia, ma anche al governo del socialista Gyurcsány, è stato concesso, per esempio, di giocare con i bilanci pubblici. Del resto l'Ungheria non ha mai dato problemi a Bruxelles. Ah sì: lo scontro nel 1993 tra i viticoltori friulani e i rivali del lago Balaton per la denominazione del vino Tokai (vittoria ungherese). Cose da niente, un'innocua nota di colore, rispetto al grande disegno dell'allargamento, al destino europeo dell'Ungheria, il Paese dell'ex blocco comunista più aperto al mondo. Bene, evidentemente anche questo concetto va riposto nella soffitta dei luoghi comuni che si fa sempre più affollata. Gli Stati Uniti si sono già mossi, con una secca lettera di protesta indirizzata al premier ungherese e firmata dal segretario di Stato, Hillary Clinton. Nel Parlamento europeo si comincia a esaminare la procedura prevista dall'articolo 7 del Trattato di Lisbona: via i diritti di voto a chi non rispetta i principi fondamentali dell'Unione, cioè libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo e dello Stato di diritto. Tutti valori che, almeno quelli, sembravano inattaccabili. Anche in Ungheria


Bibbo, prenditi le tue responsabilità.

Dopo il caso Aldi, dai 4 angoli del globo molte donne, per lo più anziane affette da patologie dell'apparato genitale, stanno affollando i commissariati per denunciare di aver subito violenza carnale da parte di un uomo che rassomiglia in tutto e per tutto al padre biologico di Aldi. Non credute in un primo momento sono state ascoltate seriamente quando sono iniziate a spuntare le foto (qui ne potete vedere 3 delle oltre 5000 giunte nelle mani delle autorità locali) dei pargoli che sarebbero nati a seguito di questi stupri seriali. Dall'Indonesia  un movimento spontaneo dal nome "Shame on Bibbo" è nato per offrire tutela legale a queste povere disgraziate e intraprendere un'azione collettiva contro il loro aguzzino. (fonte: "associated press")

giovedì 29 dicembre 2011

Il blog di oggi.

Un blog importante, giusto, un ritrovo spirituale per gli amici siracusani e non.

Il blog de Gli amici di Santa Lucia, http://amicisantalucia.blogspot.com/?expref=next-blog

Primavera araba? No grazie, Primavera Democristiana

Perchè non ci mettiamo i soldi e lo facciamo rinascere come si deve ad una nobile testata qual è stato il Campanile e il nostro pedigree da centristi moderati cristiani ci permette di poter prendere tra le nostre mani questo giornale per iniziare una nuova Primavera democristiana.  

 

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Campanile nuovo
Statobandiera Italia
Linguaitaliano
Periodicitàquotidiano
GenereQuotidiano politico
Fondazione2000
Formatotabloid
SedeLargo Arenula, 34 - 00186 Roma
EditoreIl campanile nuovo Soc. Coop. Editrice a r.l.
DirettorePaolo Festuccia
Sito webhttp://www.ilcampanileonline.com/
Il Campanile nuovo era il quotidiano del disciolto partito dei Popolari UDEUR e si poneva come obiettivo la divulgazione dell'attività istituzionale dello stesso.

Cenni storici

Il primo numero de Il Campanile nuovo esce il 3 settembre 2000, dopo che il partito si è strutturato e ha sostenuto le prime elezioni, le europee dell'anno precedente. In questo periodo la redazione era composta da due soli redattori e da un gruppo di collaboratori.

Nel marzo 2002 avviene una svolta editoriale, infatti Il Campanile nuovo subisce un restyling grafico ed inoltre passa dal formato grande a quello tabloid. Dal 2002 ad oggi la redazione si è ampliata ed attualmente consta di sette professionisti e da numerosi editorialisti e collaboratori. Tra gli editorialisti spiccano i nomi del segretario dei Popolari UDEUR Clemente Mastella e del capogruppo alla Camera dei deputati Mauro Fabris.
Il giornale di partito il Campanile è stato oggetto di diverse indagini giornalistiche che ne hanno evidenziato la funzione "privata". In altri termini oltre un milione e trecentomila euro di finanziamenti pubblici (stando al solo 2005) sono serviti per pagare il contributo fattivo di Clemente Mastella [11], viaggi e trasferte della famiglia Mastella (98.000 euro nel 2005), liberalità e spese di rappresentanza (141.000 euro), liberalità (22.000), pacchi, dolciumi e torroni (17.000).
In altri termini, secondo una indagine de L'Espresso, "all'ombra del 'Campanile' Clemente Mastella, i suoi familiari e le loro società hanno ottenuto soldi e vantaggi grazie a un giornale finanziato con i soldi dei contribuenti".

Voci correlate

Popolari UDEUR

Collegamenti esterni Sito ufficiale

Illiberali!



Che periodo stiamo vivendo? Il Governo legittimo viene spodestato con una manovra di palazzo e con i giochetti tipici del taetrino della politica, i giudici comunisti continuano imperterriti, senza nessun argine, a mettere in atto i loro propositi golpisti e ieri questi "signori" hanno aperto un fascicolo su un uomo, anzi direi un galantuomo: Francesco Maria De Vito Piscicelli reo di essere atterrato sulla spiaggia di Feniglia nell'Argentario con il suo elicottero è bastato questo affinchè i magistrati con solerzia si mettessero in moto, me li immagino con la bava alla bocca pronti a mordere. Il Dott. Piscicelli verrà messo alla gogna giudiziaria, quella mediatica è già partita, solo perchè  visto il vento ha deciso, per salvare delle vite umane, la sua e quella di sua madre, di fare un atterraggio di emergenza, era diretto verso una meta importante: il risotrante "Il Cartello". Allora io dico a voi ma possibile che viviamo in un paese così illiberale dove chi lavora per la prosperità della nazione ad ogni piè sospinto viene indagato dai soliti magistrati comunisti?  E qui mi taccio. Passo e chiudo.

Di nuovo sul nuovo layout

Io apprezzo i vostri sforzi per migliorare esteticamente il blog però onestamente denoto nel layout ancora un tasso basso di gaytudine; d'accordo i pupazzetti stile Lego/Village People (per inciso io non ho il pizzo ma i baffetti alla sicula), bene la scritta aut.min.rich. che fa molto Austin Powers, ma ripeto il tasso di gaytudine dovrebbe essere elevato io propongo di mettere che so una foto di un carro del gay pride con le nostre facce.


Il Santo del Giorno-29/12/2011

San Tommaso Becket
Vescovo e martire




T
ommaso, al secolo Thomas, Becket nacque a Londra il 21 dicembre 1118 da una famiglia di mercanti di origine normanna, stabilitasi in Inghilterra sotto Guglielmo il Conquistatore.

Sin dall’infanzia venne avviato alla carriera ecclesiastica. Dopo la prima formazione ricevuta presso l’abbazia di Merton, approfondì gli studi a Parigi e, tornato in patria, entrò a servizio dell’arcivescovo di Canterbury Teobaldo di Bec.
Teobaldo, riconosciutene le capacità, ne fece uno dei suoi più stretti collaboratori: lo inviò ad approfondire lo studio del diritto canonico a Bologna e ad Auxerre. Tommaso accompagnò l'arcivescovo al concilio tenutosi a Reims nel 1148 e, nel 1154, venne ordinato diacono e nominato prevosto di Beverley e Arcidiacono della Cattedrale.

L'arcivescovo Teobaldo morì nel 1161 ed Enrico II, grazie al privilegio accordatogli dal papa, poté scegliere Tommaso come successore alla sede primaziale di Canterbury. Nessuno, e tanto meno il re, prevedeva che si trasformasse subito in uno strenuo difensore dei diritti della Chiesa e in uno zelante pastore d'anime. Tommaso, pertanto, aveva avvertito il suo re: Sire, se Dio permette che io diventi arcivescovo di Canterbury, perderò l'amicizia di Vostra Maestà.

Ordinato sacerdote il 3 giugno 1162 e consacrato vescovo il giorno dopo, Tommaso Becket non tardò a mettersi in urto col sovrano. Le Costituzioni di Clarendon del 1164 avevano ripristinato certi abusivi diritti regi decaduti. Tommaso Becket rifiutò, perciò, di riconoscere le nuove leggi e si sottrasse alle ire del re fuggendo in Francia, dove soggiornò dapprima nel monastero cistercense di Pontigny, in Borgogna, poi nell'abbazia benedettina di Sens.
Anche dal suo esilio Tommaso Becket continuò a contrastare i tentativi di Enrico II di trovare un accordo con Pp Alessandro III (Rolando Bandinelli, 1159-1181) sui privilegi del clero: la sua opposizione alle Costituzioni di Clarendon impedì la conclusione degli accordi.

Dovettero trascorrere alcuni anni prima che vi fossero segni di distensione tra il primate ed il re. Il 6 gennaio 1169 Enrico venne in Francia per un incontro con Luigi VII: Tommaso lo incontrò a Montmirail ma né riuscì ad avere garanzie sulla sua incolumità in caso di rientro in patria, né diede segno di voler sottomettersi alle decisioni del re.

Nel 1170 si giunse ad una sorta di riconciliazione tra il primate ed il re (la risoluzione delle questioni dibattute venne rimessa alle decisioni di un futuro concilio).
Tommaso poté far ritorno a Canterbury, dove fu accolto trionfalmente dai fedeli, che egli salutò con queste parole: Sono tornato per morire in mezzo a voi. Come primo atto sconfessò i vescovi che erano scesi a patti col re, accettando le “Costituzioni”, ma il re questa volta perse la pazienza e invitò gli inglesi a difendere il suo onore.

Quattro cavalieri armati partirono alla volta di Canterbury. L'arcivescovo venne avvertito, ma restò al suo posto, dicendo: La paura della morte non deve farci perdere di vista la giustizia. Il 29 dicembre 1170 accolse i sicari del re nella cattedrale, vestito dei paramenti sacri; si lasciò pugnalare senza opporre resistenza, mormorando: Accetto la morte per il nome di Gesù e per la Chiesa”.

L'emozione suscitata dall'evento, fece sì che intorno alla sua figura si sviluppasse rapidamente un culto, tanto che Pp Alessandro III fu indotto a canonizzarlo il 21 febbraio 1173, nella chiesa di S. Pietro a Segni (comune della provincia di Roma), a poco più di due anni dalla morte.
La cattedrale di Canterbury divenne meta di numerosi pellegrinaggi (descritti anche nei Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer) che spinsero Enrico II a sottoporsi ad una pubblica penitenza il 12 luglio 1174.

Significato del nome Tommaso : “gemello” (ebraico).

mercoledì 28 dicembre 2011

Bei tempi andati, maledetti giudici comunisti....

Lele ci manchi

Il 2012.

Questo potrebbe essere un post serio, ma abbiamo capito che i post seri non fanno per noi, quindi faccio solo una domanda:

  • nel 2012 suoneremo?

Domanda facile, alla quale va risposto sì/no. Il "no" sarebbe una risposta semplice, in quanto non comporterebbe ulteriori approfondimenti, il "sì", invece, potrebbe essere di più complessa gestione; di seguito un elenco delle possibili affermazioni:
  1. sì, (secco e politico);
  2. sì, cercando un nuovo batterista;
  3. sì, con Daniele alla batteria;
  4. sì, acustici;
  5. sì, elettronici;
  6. sì, con altri componenti.
Cosa vi piacerebbe fare?

Il quinto Aut.Min.Rich.

Come tutte le grandi band del passato e del presente, vedi Queen, Beatles e altri nostri cari colleghi, è ora di far conoscere al pubblico il quinto Aut.Min.Rich., fondamentale il suo ruolo di seconda chitarra, tastierista, percussionista, esperto mixer, wedding planner, esperto di look, e gran gran visagista. E' ora di presentare il nostro più vicino collaboratore; Enzo Miccio.



Il suo importante contributo musicale e stilistico, ci ha aiutato ad entrare nell'Olimpo della musica mondiale.

I tavoli del capodanno dalla Garavaglia, saranno apparecchiati e imbanditi, ovviamente, sotto la sua attenta direzione.

Questo il look degli Aut. per il capodanno dalla contessa

as usual il rosa sarà di Daniele, per fortuna ci sono un sacco di colori pastello.

Per quando vedremo il sole a scacchi...

Questa canzone interpretata dal grande Tommy Riccio ci aiuterà quando sarà il momento...


Rivoglio il vecchio layout

O quello col santo e il pesce o quello con le nostre sagome.

Questo è brutto, è bianco fa venire la congiuntivite!

Dai dai dai...

Il Santo del Giorno-28/12/2011 (seconda parte)

A questa  Santa Vergine sono personalemnet molto legato in quanto fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore è poi stata una delle prime Sante che nel 2009 ha ufficializzato il Padre Santo Benedetto XVI e io naturalmente c'ero e oggi voglio condividere la gioia con voi:

SANTA CATERINA VOLPICELLI, VERGINE, FONDATRICE DELLE "ANCELLE DEL SACRO CUORE" 

 
Nasce a Napoli il 21 gennaio 1839, da una famiglia dell’alta borghesia. Educata in casa, secondo i sani valori della tradizione del Meridione d’Italia, passa poi a completare la sua formazione nel Real Collegio
di s. Marcellino, avendo così un alto grado di cultura, cosa non comune per una donna del suo .tempo.
Desiderando di poter raggiungere “l’intima unione con Dio” entra a 20 anni nel Monastero delle Adoratrici Perpetue, ma deve lasciare dopo sei mesi per la salute cagionevole, il beato Ludovico da Casoria “amico dell’anima sua” glielo aveva predetto ripetendogli: “Il Cuore di Gesù, o Caterina, questa è l’opera tua”.
Nel 1864 viene a conoscenza dell’esistenza dell’Associazione ‘Apostolato della Preghiera’ e qui la sua vita ha una svolta decisiva.
Scrive al padre Enrico Ramière, che incontrerà anche personalmente e da lui riceverà tutte le notizie riguardo la nascente Associazione, di cui avrà il diploma di zelatrice (il primo a Napoli), ne diventerà il vero Centro per l’espandersi del Movimento.
Le prime zelatrici saranno anche le prime compagne di Caterina nell’apostolato e nella fondazione dell’Istituto delle Ancelle del Sacro Cuore.
Napoli è la patria di s. Tommaso e di s. Alfonso, i teologi dell’Eucaristia, che hanno segnato la pietà popolare e nel cui solco si colloca anche l’amore di Caterina Volpicelli per il ss. Sacramento. E’ l’Eucaristia la sorgente del suo convinto servizio alla Chiesa, articolato in un apostolato vario ed ispiratore di una famiglia religiosa. Considera la Chiesa il Corpo Mistico di Cristo e venera i Pastori con devozione filiale e eroica umiltà, accettando da loro ogni sorta di prova che richiedono.
Dalla sua casa partirà il beato Bartolo Longo, guarito in salute, convertito alla fede cattolica, diventato anch’esso zelatore dell’Apostolato della Preghiera, per cominciare la grande opera del Santuario di Pompei.
Lasciata la casa paterna, fissa la sua dimora e la sede delle sue opere in Largo Petrone alla Salute ove in seguito, auspice il cardinale arcivescovo Sisto Riario Sforza, per la presenza di gesuiti insigni, di P. Ludovico, per la predicazione quasi ininterrotta di esercizi spirituali, diventerà un vivissimo Centro di spiritualità.
Dietro l’invito del cardinale, Caterina fonda l’Istituto delle Ancelle del s. Cuore che contrariamente agli Ordini religiosi femminili dell’epoca, dediti soprattutto alla contemplazione e alle opere assistenziali, sorge per l’apostolato e la santificazione delle anime. Non c’è un abito religioso, l’Istituto ha tre rami, uno religioso e due laicali, lo studio della teologia, il servizio della Chiesa sono tutte specifiche che anticipano quasi un secolo prima le novità del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il 14 maggio 1884, il nuovo arcivescovo di Napoli Guglielmo Sanfelice consacra il Santuario dedicato al Sacro Cuore eretto in adiacenza alla Casa Madre.
Il 21 novembre 1891 si celebra a Napoli il 1° Congresso Eucaristico Nazionale, alla Volpicelli e alle sue figlie viene dato l’incarico dell’organizzazione delle Adorazioni in Cattedrale, la preparazione alla confessione e Comunione generale, la gestione degli arredi sacri.
Il 28 dicembre 1894, Caterina Volpicelli, muore a soli 55 anni, a Napoli.
All’alba del III millennio, il papa Giovanni Paolo II, la proclama beata in Piazza s. Pietro il 29 aprile 2001, avverandosi così l’auspicio del suo primo biografo M. Jetti “Napoli abbia presto, al pari delle fortunate città di Alessandria, Siena, Genova e Bologna, la sua santa Caterina”.
E' stata canonizzata a Roma da papa Benedetto XVIil 26 Aprile 2009.

Il Santo del Giorno-28/12/2011 (prima parte)

Oggi è un giorno particolare e mi permetto di pubblicare due post riguardanti il Santo del Giorno, so che ciò non potrà che farvi piacere, questo è il primo:


Martedì 28 Dicembre 2010 -- SS. INNOCENTI, Martiri (festa)



I calendari liturgici orientali e occidentali hanno tutti questa festa. Nell’anno liturgico, che si snoda secondo la narrazione cronologica dei fatti evangelici, il racconto della strage degli innocenti ha trovato la sua logica collocazione accanto al mistero del Natale. La festa e il culto dei santi Innocenti che « confessarono Cristo non con la parola, ma con la loro morte », ci ricorda che il martirio prima di essere un omaggio dell’uomo al suo Dio, è una grazia, un dono gratuito del Signore.
Veramente, la festa degli Innocenti dovrebbe essere celebrata dopo l’Epifania, perché fu provocata, involontariamente, proprio dai Magi, venuti dall’Oriente per adorare il Bambino nato nella stalla di Betlemme.
La Chiesa onora come martiri questo coro di fanciulli (« infantes » o « innocentes »), vittime ignare del sospettoso e sanguinario re Erode, strappati dalle braccia materne in tenerissima età per scrivere col loro sangue la prima pagina dell’albo d’oro dei martiri cristiani e meritare la gloria eterna secondo la promessa di Gesù: «… chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà ». (Mt 10,39)
Per essi la liturgia ripete oggi le parole del poeta Prudenzio: “Salute, o fiori dei martiri, che sulle soglie del mattino siete stati diverti dal persecutore di Gesù, come un turbine furioso tronca le rose appena sbocciate. Voi foste le prime vittime, il tenero gregge immolato, e  sullo stesso altare avete ricevuto la palma e la corona”.
L’episodio è narrato, con la consueta essenzialità espressiva, soltanto nel Vangelo secondo Matteo, che si indirizzava principalmente a lettori ebrei e pertanto intendeva dimostrare la messianicità di Gesù, nel quale si erano avverate le antiche profezie: « Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s’infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.» (Mt 2,16-18)
Gesù scampò alla strage in quanto un angelo avvisò in sogno Giuseppe,  ordinandogli di fuggire in Egitto: la Sacra Famiglia  ritornò in Giudea solo dopo la morte di Erode.
L’origine di questa festa è molto antica. Compare già nel calendario cartaginese del IV secolo e cent’anni più tardi a Roma nel Sacramentario Leoniano. Oggi, con la nuova riforma liturgica, la celebrazione ha un carattere gioioso e non più di lutto com’era agli inizi, e ciò in sintonia con le simpatiche consuetudini medioevali che celebravano in questa ricorrenza la festa dei « pueri » di coro e di servizio all’altare.
Tra le curiose manifestazioni ricordiamo quella di far scendere i canonici dai loro stalli al canto del versetto « Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles ». Da questo momento i fanciulli, rivestiti delle insegne dei canonici, dirigevano tutto l’ufficio del giorno.
La nuova liturgia, pur non volendo accentuare il carattere folcloristico che questo giorno ha avuto nel corso della storia, ha voluto mantenere questa celebrazione, elevata al grado di festa da S. Pio V (Antonio Michele Ghislieri, 1566-1572), vicinissima alla festività natalizia, collocando le innocenti vittime tra i « comites Christi », per circondare la culla di Gesù Bambino dello stuolo grazioso di piccoli fanciulli, rivestiti delle candide vesti dell’innocenza, piccola avanguardia dell’esercito di martiri che testimonieranno col sangue la loro appartenenza a Cristo.
Fonti principali: santiebeati.it; maranatha.it (« RIV.»).

martedì 27 dicembre 2011

Aderiamo!



CULTURA

La catena di Sant’Antonio per aiutare Lele Mora

La madre: "Si, il padre di Aldi è Bibbo"


"E' sicuramente lui, mi ha violentata una mattina a Giacarta e Aldi è il risultato" con queste parole la signora Rezal (79, nella foto) conferma i rumors provenienti dall'Italia aggiungendo nuovi dettagli alla storia che sta commuovendo il mondo. "Si, è il padre, ma non se ne è mai interessato, all'inizio mandava qualche stecca di Camel e qualche pacco di Drum, poi solo le cartine e poi più niente". Seto Mulyad, lo psicologo che sta seguendo Aldi e che per tutta risposta ha ricevuto una querela dall'Italia, conferma "il ragazzo necessita di una figura paterna, un tabaccaio, un coltivatore della virginia, certo non uno che manda una stecca a Natale. E' un'assenza che pesa, Aldi infatti sta diventando un bambino problematico". Stando infatti alla polizia indonesiana, il piccolo Aldi si sarebbe messo a capo di una organizzazione criminale che borseggia i turisti e taglieggia i negozi di souvenir come confermano i reperti fotografici dove Aldi si scaglia contro un turista (foto 1) e dove con la sua banda minaccia un negoziante reo di non aver pagato il pizzo (foto 2).  (estratto da "Chi" edizione indonesiana)

Aldi Rizal who gained infamy as a two year old smoker is now a chubby 4-year-old living in Sumatra, Indonesia
foto 1





Aldi Rizal shocked the world two years ago with his smoking habit at such a young agefoto 2


Idee per il prossimo album

Per il prossimo album spiazzamo la critica e uil nostro pubblico, che è intelligente e capirà il nostro nuovo corso, nel video che segue c'è il passato, il presente e il futuro e ci sono tutti i valori in cui crediamo da sempre.

Falsità

Ho chiamato il mio avvocato e voglio adire per le vie legali riguardo a quanto dichiarato sul blog libero.it il quale manda in giro delle falsità assurde su mio figlio Aldi, ne ho le palle piene, ci vorrebbero più controllo su inetrnet  come giustamente aveva proposto il Governo legittimo della Repubblica Italiana spodestato con un golpe da sti' quattro professori ma questa è un'altra storia che brucia smpre ma torniamoa bomba e vi posto di seguito ciò che ho reperito sul blog succitato e ditemi voi se questa non è falsità e calunnia:
"Il danno era fatto; i genitori affermano che, ogni volta che si tentava di sottrargli le sigarette, Aldi faceva capricci tremendi e l'astinenza che si tentava di imporgli gli procurava gravi crisi di ansia.
Intervenne uno psicologo, il dott. Seto Mulyadi, che accolse il bambino nella sua casa per riabilitarlo, distraendolo con la proposta di attività interessanti come il gioco, i disegni, la musica. Grazie a queste attenzioni e ad un controllo severo Aldi è oggi  un ex fumatore ed ha poco più di tre anni..."

  1. Aldi è mio figlio.
  2. Non è vero quel che si dice.
  3. Questo Dott. dei miei stivali già lo denunciai a suo tempo per molestie.
Ho già inviato gli incartamenti domani il mio avvocato inteterà la causa.

i miei soldi



ah, niente...per un attimo avevo letto 'mille seghe'...

comunque l'idea è vincente, dato che si sa l'euro è morto, l'europa è morta e noi qui a Tenerife ci stiamo mettendo insieme a Trentino, Veneto, Piemonte, speriamo presto Lombardia, e Germania Austria e Svizzera per una Padania vera, finalmente separati da Roma Ladrona!

fora di bal!

Sorprese su sorprese!!!

E' proprio il nostro anno!!! Sapete chi sarà l'hair stylist degli Aut.Min.Rich. per il capodanno dalla contessa???

Non ci crederete mai... il marchese De La Roscie in arte Chicago! 




Negli anni '90 io e Daniele eravamo suoi clienti fissi, poi si è ritirato nella sua villa per vivere nel migliore dei modi la propria spiritualità. Ma quando ha saputo della nostra partecipazione al veglione della Garavaglia, sì è detto entusiasta di partecipare e di curare le nostre acconciature, ha in mente anche qualcosa per Nino, è un mago!!!

Verrà accompagnato da Andrea Parodi, uno degli accoliti del Monsignor Lozza (padre spirituale di Bettino Craxi), discreto chitarrista del panorama Extreme Christian Rock.

Come vestiranno gli Aut.min alla festa della contessa - proposta 1


Capetto niente male, sul petto possiamo anche stampare motti inneggianti a "Lele libero".

Capodanno con la contessa!!!

Che bello, che bello!!! La contessa Pinina Garavaglia, ci ha invitati come ospiti d'onore al capodanno che sta organizzando in Versilia!



Ci saranno tutti, Solange, Moyo, Cristiano Malgioglio, Barbara Alberti, il parrucchiere Chicago, Pierre la Sultana, Alfonso Signorini, Lele, Bizio, Silvio, Jerry Calà, Alba Parietti, il cast di Amici e i tronisti di Uomini e Donne, mia zia Laura, Antonellina Interlenghi, Fabrizio Bracconieri, Kim Jong-un, Cecchetto, Fabri Fibra, i Gialisse e tanti tanti altri...

Sarà un grande capodanno e udite udite... faremo un concerto insieme a Umberto Smaila, i Gialisse e nientepocodimenoche... LA STEVE ROGERS BAND!!!

Non vedo l'ora!!!

GRAZIE CONTESSA!!!

p.s. non è sicurissimo ma probabilmente ci sarà anche Sarah Palin!

Nuova rubrica - Il Blog del Giorno

Partiamo oggi con la nuova rubrica; "Il Blog del Giorno", inseriremo quando lo riterremo opportuno, link di blog che rispecchiano il nostro credo e le nostre idee.

Oggi partiamo subito bene con il blog della Parrocchia di San Marciano http://parrocchiasanmarcianolaquila.blogspot.com/?expref=next-blog.

Buona lettura!!!


Il Santo del Giorno-27/12/2011

Oggi ricorre la festa, perchè tale è cari miei ammalati di secolarizzazione cronica, di un Apostolo ed Evangelista importantissimo e a tal proposito invito tutti i lettori del blog vicini e lontani a festeggiare nella Casa del Signore.

San Giovanni
Apostolo ed Evangelista
(festa)



Catechesi di Papa Benedetto XVI (5 luglio 2006)

Cari fratelli e sorelle,

dedichiamo l'incontro di oggi al ricordo di un altro membro molto importante del collegio apostolico: Giovanni, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo. Il suo nome, tipicamente ebraico, significa “il Signore ha fatto grazia”. Stava riassettando le reti sulla sponda del lago di Tiberìade, quando Gesù lo chiamò insieme con il fratello (cfr Mt 4,21; Mc 1,19). Giovanni fa sempre parte del gruppo ristretto, che Gesù prende con sé in determinate occasioni. E’ insieme a Pietro e a Giacomo quando Gesù, a Cafarnao, entra in casa di Pietro per guarirgli la suocera (cfr Mc 1,29); con gli altri due segue il Maestro nella casa dell'archisinagògo Giàiro, la cui figlia sarà richiamata in vita (cfr Mc 5,37); lo segue quando sale sul monte per essere trasfigurato (cfr Mc 9,2); gli è accanto sul Monte degli Olivi quando davanti all’imponenza del Tempio di Gerusalemme pronuncia il discorso sulla fine della città e del mondo (cfr Mc 13,3); e, finalmente, gli è vicino quando nell'Orto del Getsémani si ritira in disparte per pregare il Padre prima della Passione (cfr Mc 14,33). Poco prima della Pasqua, quando Gesù sceglie due discepoli per mandarli a preparare la sala per la Cena, a lui ed a Pietro affida tale compito (cfr Lc 22,8).
Questa sua posizione di spicco nel gruppo dei Dodici rende in qualche modo comprensibile l’iniziativa presa un giorno dalla madre: ella si avvicinò a Gesù per chiedergli che i due figli, Giovanni appunto e Giacomo, potessero sedere uno alla sua destra e uno alla sua sinistra nel Regno (cfr Mt 20,20-21). Come sappiamo, Gesù rispose facendo a sua volta una domanda: chiese se essi fossero disposti a bere il calice che egli stesso stava per bere (cfr Mt 20,22). L’intenzione che stava dietro a quelle parole era di aprire gli occhi dei due discepoli, di introdurli alla conoscenza del mistero della sua persona e di adombrare loro la futura chiamata ad essergli testimoni fino alla prova suprema del sangue. Poco dopo infatti Gesù precisò di non essere venuto per essere servito ma per servire e dare la propria vita in riscatto per la moltitudine (cfr Mt 20,28). Nei giorni successivi alla risurrezione, ritroviamo “i figli di Zebedeo” impegnati con Pietro ed alcuni altri discepoli in una notte infruttuosa, a cui segue per intervento del Risorto la pesca miracolosa: sarà il discepolo che Gesù amava a riconoscere per primo il Signore e a indicarlo a Pietro (cfr Gv 21,1-13).
All'interno della Chiesa di Gerusalemme, Giovanni occupò un posto di rilievo nella conduzione del primo raggruppamento di cristiani. Paolo infatti lo annovera tra quelli che chiama le “colonne” di quella comunità (cfr Gal 2,9). In realtà, Luca negli Atti lo presenta insieme con Pietro mentre vanno a pregare nel Tempio (cfr At 3,1-4.11) o compaiono davanti al Sinedrio a testimoniare la propria fede in Gesù Cristo (cfr At 4,13.19). Insieme con Pietro viene inviato dalla Chiesa di Gerusalemme a confermare coloro che in Samaria hanno accolto il Vangelo, pregando su di loro perché ricevano lo Spirito Santo (cfr At 8,14-15). In particolare, va ricordato ciò che afferma, insieme con Pietro, davanti al Sinedrio che li sta processando: Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato (At 4,20). Proprio questa franchezza nel confessare la propria fede resta un esempio e un monito per tutti noi ad essere sempre pronti a dichiarare con decisione la nostra incrollabile adesione a Cristo, anteponendo la fede a ogni calcolo o umano interesse.
Secondo la tradizione, Giovanni è il discepolo prediletto, che nel Quarto Vangelo poggia il capo sul petto del Maestro durante l'Ultima Cena (cfr Gv 13,21), si trova ai piedi della Croce insieme alla Madre di Gesù (cfr Gv 19, 25) ed è infine testimone sia della Tomba vuota che della stessa presenza del Risorto (cfr Gv 20,2; 21,7). Sappiamo che questa identificazione è oggi discussa dagli studiosi, alcuni dei quali vedono in lui semplicemente il prototipo del discepolo di Gesù. Lasciando agli esegeti di dirimere la questione, ci contentiamo qui di raccogliere una lezione importante per la nostra vita: il Signore desidera fare di ciascuno di noi un discepolo che vive una personale amicizia con Lui. Per realizzare questo non basta seguirlo e ascoltarlo esteriormente; bisogna anche vivere con Lui e come Lui. Ciò è possibile soltanto nel contesto di un rapporto di grande familiarità, pervaso dal calore di una totale fiducia.  È ciò che avviene tra amici; per questo Gesù ebbe a dire un giorno: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici ... Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi (Gv 15,13.15).
Negli apocrifi Atti di Giovanni l'Apostolo viene presentato non come fondatore di Chiese e neppure alla guida di comunità già costituite, ma in continua itineranza come comunicatore della fede nell'incontro con “anime capaci di sperare e di essere salvate” (18,10; 23,8). Tutto è mosso dal paradossale intento di far vedere l'invisibile. E infatti dalla Chiesa orientale egli è chiamato semplicemente “il Teologo”, cioè colui che è capace di parlare in termini accessibili delle cose divine, svelando un arcano accesso a Dio mediante l'adesione a Gesù.
Il culto di Giovanni apostolo si affermò a partire dalla città di Efeso, dove, secondo un’antica tradizione, avrebbe a lungo operato, morendovi infine in età straordinariamente avanzata, sotto l'imperatore Traiano. Ad Efeso l'imperatore Giustiniano, nel secolo VI, fece costruire in suo onore una grande basilica, di cui restano tuttora imponenti rovine. Proprio in Oriente egli godette e gode tuttora di grande venerazione. Nell’iconografia bizantina viene spesso raffigurato molto anziano e in atto di intensa contemplazione, quasi nell’atteggiamento di chi invita al silenzio.
In effetti, senza adeguato raccoglimento non è possibile avvicinarsi al mistero supremo di Dio e alla sua rivelazione. Ciò spiega perché, anni fa, il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Atenagora, colui che il Papa Paolo VI abbracciò in un memorabile incontro, ebbe ad affermare: Giovanni è all'origine della nostra più alta spiritualità. Come lui, i ‘silenziosi’ conoscono quel misterioso scambio dei cuori, invocano la presenza di Giovanni e il loro cuore si infiamma (O. Clément, Dialoghi con Atenagora, Torino 1972, p. 159). Il Signore ci aiuti a metterci alla scuola di Giovanni per imparare la grande lezione dell’amore così da sentirci amati da Cristo “fino alla fine” (Gv 13,1) e spendere la nostra vita per Lui.

Scritti Canonici di Giovanni : Vangelo - Apocalisse - Lettere (3)

Significato del nome Giovanni : "il Signore è benefico, dono del Signore" (ebraico).