lunedì 28 febbraio 2011

Suonando.

Martedì? Giovedì?

Dove?

Perchè?

Chi?

La Roma ha rotto il cazzo.

non aggiungo altro.

I Cristiano Riformisti





Pensavate che lasciavo cadere così la notizia del 2° Congresso dei Cristiano Riformisti? La risposta è una sola e categorica: no!
Io, come ben sapete, sono sensibile ai valori cattolici e soprattutto al loro inserimento all'interno dell'agone politico, per cui mi sono recato al Congresso dei Cristiani Riformisti; sono rimasto illuminato dalle parole del Presidente Antonio Mazzocchi il quale ha parlato del ruolo dei cristiani nel nostro paese e nel mondo e della centralità della persona nell'agire politico, un ottimo discorso interrotto da tanti applausi e poi è venuto il momento tanto atteso dell'intervento del Presidente del Consiglio che vi riporto in "pillole":

Omosessuali – non usa mezzi termini il presidente del Consiglio per affrontare la tematica delle coppie dello stesso sesso “finché governeremo noi, non ci saranno mai equiparazioni tra le coppie gay e la famiglia tradizionale, cosi come non saranno mai possibili le adozioni di bambini per le coppie omosessuali”.
Pericolo comunista – Berlusconi, nel suo intervento al Congresso, ha anche parlato del pericolo comunista che c’è nel nostro Paese “la storia del comunismo con oltre 100 milioni di morti alle nostre spalle non è ancora alle nostre spalle – ha detto il Presidente del Consiglio che ha continuato – (…) si sono trasformati in laburisti in Gran Bretagna, in socialdemocratici in Germania mentre quelli di casa nostra erano e sono tuttora comunisti. Ed è per questo che sono in campo”.
Sostegno alle famiglie – “Noi sosteniamo la famiglia – ha detto Berlusconi - davvero non come la sinistra che vuole andarla a rapinare con una bella patrimoniale. Ma fino a quando siamo noi al governo non ci sarà mai una patrimoniale”.
Scuola pubblica – anche per la scuola il Presidente non ha risparmiato una sua analisi: “gli insegnanti inculcano idee diverse da quelle che vengono trasmesse nelle famiglie”.
Bunga bunga – il Bunga bunga? “Non è quello che viene descritto. Andiamo a scherzare, a ridere, a fare quattro salti, a bere qualcosa, ma sempre con grande eleganza e senso di rispetto per tutti, nell'ambito di una casa dove non possono che succedere cose moralmente a posto”.
Infine il Presidente del Consiglio ha lanciato un messaggio a chi cerca la sua “caduta” “l'Italia non ha bisogno di instabilità e tensioni ma di un processo riformatore fino alla fine della legislatura. Un processo che noi porteremo avanti in coerenza con il mandato elettorale, perché abbiamo una maggioranza forte nei numeri, che ha il diritto e il dovere di realizzare le riforme”

A proposito di donne arzille: Annarella


Impazza sul web, e non solo in rete, la Sora Annarella, vedi foto sopra, magari la conoscete già ma mi sembra doveroso dedicarle un post sul nostro blog, purtroppo non posso scaricare il video per cui vi metterò di seguito il link relativo.





E' con immenso piacere che torna, a grande richiesta, la rubrica de "Il Vangelo del Giorno".

Il Santo del Giorno 28 febbraio 2011


SS. Marana e Cira, Vergini († Siria, 450 cc)


Mi mancate molto

Cosa mista succedendo? Aiutatemi a capirlo.

Inoltre mi manca moltissimo la rubrica "Il Santo del giorno".

venerdì 25 febbraio 2011

Il ritiro spirituale

Vi comunico che sono in ritiro spirituale per questo non sono e non sarò presente sulle pagine del blog, lunedì uscirò da questa fase che definirei, con umiltà, ascetica densa di preghiere e riflessioni sulle mie colpe e i miei tanti peccati. Da lunedì sono in ritiro in questo monastero:




La comunità
“La comunità,anche se formata da un piccolo numero di uomini e donne,resta il piccolo gregge che spera contro ogni speranza...”
(Regola di Bose 12)


"L' ascesi è ciò che permette alla vita di un uomo, di una donna,di farsi bellezza,abilità di esistenza con se stessi e con gli altri. "

giovedì 24 febbraio 2011

Dove cazzo è Biber?!?!?!!?

Dove?!?!!?

La vacanza è finita...

... io come al solito non ho fatto i compiti e dalla prossima settimana ritorno sui banchi di scuola.

Quindi, non è importante dove se in sala prove, se a casa mia, se a casa di Nino, se in un'osteria o ad Arcore, l'importante è che ci si veda e si riprenda a dir cazzate e a suonare.

Inoltre dobbiamo pregare molto per la sventura e l'orribile affronto degli italiani che non hanno comprato i biglietti del concerto del nostro collega Apicella.

Dobbiamo stringerci intorno a lui, e fare in modo che le nostre pie preghiere lo consolino.

Amen.

martedì 22 febbraio 2011

lunedì 21 febbraio 2011

Sono molto preoccupato.

ho contattato due batteristi che conosco e uno ha appeso le bacchette al chiodo, l'altro ha già due gruppi. Voi ne conoscete altri?

Inoltre... come procediamo in questo periodo?

Problem: Bib scorda il basso sovente. Soluzione:



basta inserire
<------
in
----->

e Bib avrà il basso sempre con lui

domenica 20 febbraio 2011

Tradito.

Di seguito le tre date dei tradimenti:

- 9 febbraio 2011: il batterista se ne va in un'isola pseudo-africana a fare non si sa bene cosa;
- 17 febbraio 2011: il bassista non si presenta ad una sessione di prove acustiche dicendo di avere una cena con delle vergini;
- 19 febbraio 2011: il cantante non mi supporta nei momenti difficili.

Questo è stato per me un mese di tradimenti.

giovedì 17 febbraio 2011

Corre voce...

... che Biber non abbia portato con se il basso...

Male.

me sa che...


...visto che nun scrive, quel frocio gasteropode di Biber oggi non è ito a lavoro.....stasera riqualificheremo il suo ano come tunnel autostradale.....

Vorrei fare un pezzo come questo

loro sono i Natural Milk hotel, il disco che da il titolo al brano si chiama "In the airplane over the sea" - scaric....compratelo!!!!!

lunedì 14 febbraio 2011

Confratelli...

Qui l'evangelizzazione procede con difficoltà. Ci sono molti peccatori, donne nordiche in abiti discinti e credo venga anche praticato il nudismo...
Ho paura che non ci siano vergini qui

Eccolo!


Voglio che questo cazzo di coso sia il nostro nuovo batterista!


Insultiamolo

http://jardindeshesperides.blogspot.com/


Un problema da non sottovalutare

La squadra sta contando molti africani, Biber ne va ghiotto e sono secondo lui sono la soluzione calcistica per vincere il torneo, io comunque non sono d'accordo perchè in questo modo pecchiamo sulla tecnica.

E poi, e qui sta il problema da non sottovalutare, siamo sicuri che tutti questi giocatori siano cattolici? io esigo il certificato di Battesimo di tutti, altrimenti rassegno le mie dimissioni!


Perchè non siete...

... tutto il giorno connessi a Skype? Connettetevi!

io ho due utenze: press.play.on.tape e eraldo.saporetti

AGGIUNGETEMI!!! facciamo le chat, a casa ho anche la webcam, per pochi spiccioli mi spoglio.

Voglio suonare!!!

Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare. Voglio suonare.

Inoltre ho molte idee... e dobbiamo fare i due nuovi pezzi.

e ribadisco... io voglio un batterista!

Luiz Ricardo da Silva meglio consciuto come Zelão

Luiz Ricardo da Silva meglio conosciuto come Zelão e ho detto tutto!
















Omaggio a un grande attaccante

El-Hadji Diouf



El-Hadji Ousseynou Diouf (in arabo الحج ديوف; Dakar, 15 gennaio 1981) è un calciatore senegalese, attaccante del Rangers, in prestito dal Blackburn.
È stato nominato Calciatore africano dell'anno negli anni 2001 e 2002.
Quando era ancora in fasce la sua famiglia si trasferì in Francia: fu qui che Diouf ebbe la possibilità di esordire nel calcio professionistico, poiché il Sochaux lo fece esordire in prima squadra nella stagione 1998-1999. La stagione non fu positiva (15 presenze senza mai segnare) e l'anno successivo il senegalese preferì trasferirsi al Rennes.
Con la nuova squadra, anch'essa militante in Ligue 1, le cose andarono leggermente meglio (28 partite, un goal) e nel 2000 venne anche convocato per la nazionale del suo paese: il suo esordio con il Senegal avvenne nell'aprile dello stesso anno con il Benin, e da allora Diouf divenne la stella calcistica principale di questa nazione.
Passò poi al RC Lens, squadra di maggiore ambizione (vinse infatti uno scudetto) con cui rimase due annate, collezionando 18 reti in 54 sfide ufficiali in campionato. Durante i mondiali di calcio del 2002, disputatisi in Corea del Sud e Giappone, impressionò tutti con la sua nazionale che, seppur partita senza i favori della vigilia, si permise il lusso di battere 1-0 la più quotata Francia e di raggiungere i quarti di finale, prima di essere sconfitta dalla Turchia. Poco dopo il Liverpool, che già aveva fatto delle offerte al giocatore, lo acquistò per 10 milioni di sterline.
Le partenze di Robbie Fowler, Nicolas Anelka e soprattutto Michael Owen gli permisero di giocare molte partite, senza però mai raggiungere i livelli sperati (nella stagione 2002-2003 non segnò neanche una volta in 26 match). Dopo l'esonero di Gérard Houllier e l'arrivo dell'allenatore Rafael Benitez, che gli preferiva in un primo momento Milan Baros, Diouf si trasferì al Bolton Wanderers, non prima però di una controversia burocratica che coinvolse club, manager ed allenatori.
Con il Bolton Diouf è tornato ad essere un giocatore competitivo: è stato titolare durante la stagione 2004-2005 (è sceso in campo 27 volte), ed ha trovato più facilmente la via del gol (9 centri in totale). Con il suo nuovo club, con cui ha raggiunto l'obiettivo della salvezza, ha firmato un contratto che lo lega fino al 2009.
Con la nazionale senegalese Diouf ha giocato la coppa d'Africa del 2002, persa in finale ed ai rigori contro il Camerun. Nello stesso anno è stato nominato "miglior calciatore africano dell'anno", mettendo in luce i progressi del calcio senegalese. Finora con la sua nazionale Diouf ha giocato 31 partite, realizzando 15 reti. Il 28 luglio 2008 passa al Sunderland sulla base di più di 3 milioni di euro, che andranno ad arricchire le casse del Bolton.
Nel marzo del 2004 è stato inserito dal grande attaccante brasiliano Pelè all'interno del FIFA 100, la particolare classifica che include i più grandi calciatori della storia. A molti questa nomina è sembrata inopportuna, dato che Diouf in quel momento non stava vivendo un buon periodo di forma e che campioni acclamati del calibro di Geoff Hurst ne sono invece rimasti fuori.

(fonte Wikipedia)

venerdì 11 febbraio 2011

Tabella importante.

Classificazione geografica
delle razze umane
secondo Coon (1965)

Australoidi

Aborigeni australiani

Melanesiani

Papuani

Indiani tribali

Negritos

Caucasoidi

Europei

Ainu

Mediorientali

Nordafricani

parecchi Indiani

Capoidi

Africani della boscaglia

Ottentotti

Congoidi

Negri africani

Pigmei

Mongoloidi

Est Asiatici

Indonesiani

Polinesiani

Micronesiani

Amerindi

Eschimesi

A proposito dei problemi...Ho la soluzione!

Guirane N'Daw nato a Rufisque il 24 aprile del 1984 altezza 1,90 per 80 kg attualmente gioca con il Real Saragozza; ecco lui farebbe al caso nostro, lo voglio, 11 giocatori come lui e conquistiamo a mani base la Premier League, la Champions League e il Mundialito per Clubs!


Un ordine del giorno sacrosanto!

Troppe bestemmie, Comune corre ai ripari: è vietato

Venerdí 11.02.2011 11:15 da affaritaliani.it

Troppe bestemmie in paese, compreso in oratorio, così il Comune di Brignano Gera d'Adda (Bergamo), piccolo centro della Bassa Bergamasca, corre ai ripari. Dopo le lamentele del curato, don Mario Bosio, che ha più volte riferito di sentire tanti ragazzi che imprecare contro Dio, il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno presentato dalla maggioranza (Lega Nord), che impone il "divieto di bestemmiare in municipio e in tutte le attività commerciali e imprenditoriali, pubbliche e private".
"Viviamo in un Paese cattolico e vogliamo che all'interno di posti di culto o di ricreazione venga mantenuto un certo decoro", ha commentato il sindaco di Brignano, Valerio Moro. In particolare, il documento condanna "ogni atteggiamento e ogni comportamento delle persone di tutte le religioni, di tutte le etnie e di tutte le provenienze che bestemmiano Dio quale esso sia". Il documento è stato votato dalla maggioranza, mentre l'opposizione si è astenuta. Non trattandosi di un'ordinanza, non sono previste sanzioni per coloro che non rispetteranno il divieto.

Tanti problemi

e sì... ammettiamolo abbiamo tanti problemi, il primo è l'assenza momentanea del batterista, l'altro più grosso è il nostro gioco sulla tre quarti, non facciamo mai un lancio in profondità, il gioco è confuso, abbiamo bisogno di un buon regista, un uomo leader che sappia come e dove far partire l'azione offensiva.

E poi il gioco sulle fasce ragazzi... va sfruttato molto di più.


mercoledì 9 febbraio 2011

Stavolta la Santa non è negra ma ariana

Il santo del giorno:
Beata Anna Katharina Emmerick
Monaca Agostiniana



Anna Katharina Emmerick nacque l’8 settembre 1774 a Flamsche, una località nei pressi di Dülmen in Vestfalia (Germania), in una famiglia molto povera di devoti contadini. Quinta di nove figli, ebbe visioni fin dall'infanzia: dall’età di 9 anni le apparivano la Madonna con Gesù Bambino, l'angelo custode e diversi santi.

Di lei si dice che distinguesse gli oggetti sacri da quelli profani, che potesse leggere nel pensiero delle persone e che avesse visioni di fatti che avvenivano nel mondo: vide, per esempio, nei dettagli tutta la rivoluzione francese. Le sue esperienze mistiche erano spesso accompagnate da fenomeni di levitazione e bilocazione.
Anna Katharina, inoltre, aveva il dono di conoscere le malattie delle persone e prescriveva loro dei rimedi che si dimostrarono sempre efficaci.

Nel 1789 le apparve Gesù che le offrì la corona di spine: lei accettò ed ebbe così sulla fronte le prime stigmate. In seguito le si aprirono le ferite anche alle mani, ai piedi e al costato.

Nel 1802 entrò nel convento delle agostiniane ad Agnetenberg (Dülmen). Qui la sua salute declinò progressivamente, finché fu costretta a letto. Le sue ferite, che si aprivano e sanguinavano periodicamente, furono studiate da religiosi e scienziati. Il Vicario Generale, dopo una rigorosa indagine condotta da una commissione medica, si convinse della santità della suora e dell’autenticità delle sue stigmate.

Nel 1818, quando Anna Katharina aveva 45 anni, attirato dalla sua fama, venne a visitarla il famoso scrittore e poeta Clemens Maria Brentano, uno dei più importanti rappresentanti del romanticismo tedesco. Appena le si presentò la veggente lo riconobbe perché lo aveva già visto nelle sue visioni. Sapeva che era l'uomo scelto da Dio per raccogliere e mettere per iscritto ciò che lei vedeva. Sapeva anche che, se era vissuta fino a quel giorno, era per aspettare lui. Brentano, che era venuto per trattenersi pochi giorni, non se ne andò più: rimase a Dülmen sei anni, per collaborare alla missione di Anna Katharina. Giorno dopo giorno, annotò ciò che lei gli narrava: dodicimila pagine che descrivono nei dettagli la vita di Gesù e di Maria Vergine.

Le visioni della Emmerick erano del tutto particolari: lei si separava dal corpo dopo essere stata "chiamata" dal suo angelo custode e il suo spirito si recava in Terra Santa dove assisteva agli episodi evangelici come se stessero avvenendo in quel momento; il giorno dopo li descriveva a Brentano. Né la monaca né il poeta erano mai stati in Terra Santa, eppure Anna Katharina ha descritto con sorprendente precisione i luoghi della vita di Gesù e della Madonna, gli abiti, le suppellettili, i paesaggi.

Sulla base delle descrizioni della Emmerick è stata ritrovata ad Efeso la casa dove la Vergine visse dopo la morte di Gesù. Era una casa rettangolare di pietra, a un piano solo, col tetto piatto e il focolare al centro, tra boschi al margine della città perché la Vergine desiderava vivere appartata. Il ricercatore francese Julien Dubiet, dando credito a queste visioni, andò in Asia Minore alla ricerca della casa descritta da Katharina. Dubiet effettivamente trovò i resti dell’edificio, nonostante le trasformazioni subite nel tempo, a nove chilometri a sud di Efeso, su un fianco dell'antico monte Solmisso di fronte al mare, esattamente come aveva indicato la Emmerick. La validità delle affermazioni di Katharina venne confermata anche dalle ricerche archeologiche condotte nel 1898 da alcuni ricercatori austriaci. Gli archeologi ebbero modo di appurare che l’edificio - almeno nelle sue fondamenta - risaliva al I secolo d.C..
Oggi davanti alla casa della Madonna, visitabile ad Efeso e custodita dai cappuccini, c'è un cartello che spiega che ciò che ne restava, cioè le mura perimetrali col focolare centrale, era stato ritrovato grazie alle visioni della monaca stigmatizzata Anna Katharina Emmerick.

Anna Katharina Emmerick morì a Dülmen il 9 febbraio 1824. Durante cinquant’anni di vita le sue visioni quotidiane avevano coperto tutto il ciclo della vita di Gesù, di Maria e in gran parte anche degli apostoli.

Sei settimane dopo la sua morte la tomba di Anna Katharina venne riaperta. Il suo corpo venne trovato incorrotto senza alcuna traccia di decomposizione. Nel 1892 il Vescovo di Münster diede inizio al processo di beatificazione.

Papa Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) l’ha beatificata, in Piazza S. Pietro, la domenica 3 ottobre 2004.

Brentano visse fino al 1842, dopo aver dedicato tutti gli anni che gli restavano alla stesura del suo libro “Vita di Gesù Cristo secondo le visioni della monaca Anna Katharina Emmerick”. La suora aveva predetto che anche lui sarebbe morto quando il suo compito fosse terminato.
Dagli scritti di Brentano, riguardanti le visioni di Anna Katharina Emmerich, vennero pubblicati, oltre al libro suddetto, anche:
· “La dolorosa Passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo le meditazioni di Anna Katharina Emmerick” (1833),
· “La vita della Beata Vergine Maria” (1852),
· “La vita di Nostro Signore” (1858-80 e 1981).

Significato del nome Anna : “grazia, la benefica” (ebraico).
Significato del nome Katharina : “donna pura” (greco).

martedì 8 febbraio 2011

Oggettivamente...

... vorrei sapere come trovate gli ultimi due pezzi che vi ho inviato. Ci si può costruire qualcosa? A me piacciono molto, e quello fischiettato a livello musicale penso sia il migliore che fino ad oggi ho scritto.

Ci lavoriamo? secondo me escono belle cose... un testo? ce l'abbiamo?

UNA SANTA NEGRA

Il Santo di oggi è:





Santa Giuseppina Bakhita
Vergine dell'Istituto delle Figlie della carità Canossiane

Giuseppina M. Bakhita nacque nel Sudan nel 1869 e morì a Schio (Vicenza) nel 1947.
Fiore africano, che conobbe le angosce del rapimento e della schiavitù, si aprì mirabilmente alla grazia in Italia, accanto alle Figlie di S. Maddalena di Canossa.

A Schio (Vicenza), dove visse per molti anni, tutti la chiamano ancora «la nostra Madre Moretta».
Il processo per la causa di Canonizzazione iniziò dodici anni dopo la sua morte e il 1 dicembre 1978 la Chiesa emanò il decreto sull'eroicità delle sue virtù.

La divina Provvidenza che «ha cura dei fiori del campo e degli uccelli dell'aria», ha guidato questa schiava sudanese, attraverso innumerevoli e indicibili sofferenze, alla libertà umana e a quella della fede, fino alla consacrazione di tutta la propria vita a Dio per l'avvento del regno.

Bakhita non è il nome ricevuto dai genitori alla sua nascita. La terribile esperienza le aveva fatto dimenticare anche il suo nome.
Bakhita, che significa «fortunata», è il nome datole dai suoi rapitori.
Venduta e rivenduta più volte sui mercati di El Obeid e di Khartoum conobbe le umiliazioni, le sofferenze fisiche e morali della schiavitù.

Nella capitale del Sudan, Bakhita venne comperata da un Console italiano, il signor Callisto Legnani. Per la prima volta dal giorno del suo rapimento si accorse, con piacevole sorpresa, che nessuno, nel darle comandi, usava più lo staffile; anzi la si trattava con maniere affabili e cordiali. Nella casa del Console, Bakhita conobbe la serenità, l'affetto e momenti di gioia, anche se sempre velati dalla nostalgia di una famiglia propria, perduta forse, per sempre.
Situazioni politiche costrinsero il Console a partire per l'Italia. Bakhita chiese ed ottenne di partire con lui e con un suo amico, un certo signor Augusto Michieli.

Giunti a Genova, il Signor Legnani, su insistente richiesta della moglie del Michieli, accettò che Bakhita rimanesse con loro. Ella seguì la nuova «famiglia» nell'abitazione di Zianigo (frazione di Mirano Veneto) e, quando nacque la figlia Mimmina, Bakhita ne divenne la bambinaia e l'amica.
L'acquisto e la gestione di un grande hotel a Suakin, sul Mar Rosso, costrinsero la signora Michieli a trasferirsi in quella località per aiutare il marito. Nel frattempo, dietro avviso del loro amministratore, Illuminato Checchini, Mimmina e Bakhita vennero affidate alle Suore Canossiane dell'Istituto dei Catecumeni di Venezia. Ed è qui che Bakhita chiese ed ottenne di conoscere quel Dio che fin da bambina «sentiva in cuore senza sapere chi fosse».
«Vedendo il sole, la luna e le stelle, dicevo tra me: Chi è mai il Padrone di queste belle cose? E provavo una voglia grande di vederlo, di conoscerlo e di prestargli omaggio».

Dopo alcuni mesi di catecumenato Bakhita ricevette i Sacramenti dell'Iniziazione cristiana e quindi il nome nuovo di Giuseppina. Era il 9 gennaio 1890. Quel giorno non sapeva come esprimere la sua gioia. I suoi occhi grandi ed espressivi sfavillavano, rivelando un'intensa commozione. In seguito la si vide spesso baciare il fonte battesimale e dire: «Qui sono diventata figlia di Dio!».
Ogni giorno nuovo la rendeva sempre più consapevole di come quel Dio, che ora conosceva ed amava, l'aveva condotta a sé per vie misteriose, tenendola per mano.
Quando la signora Michieli ritornò dall'Africa per riprendersi la figlia e Bakhita, quest'ultima, con decisione e coraggio insoliti, manifestò la sua volontà di rimanere con le Madri Canossiane e servire quel Dio che le aveva dato tante prove del suo amore.
La giovane africana, ormai maggiorenne, godeva della libertà di azione che la legge italiana le assicurava.

Bakhita rimase nel catecumenato ove si chiarì in lei la chiamata a farsi religiosa, a donare tutta se stessa al Signore nell'Istituto di S. Maddalena di Canossa.
L'8 dicembre 1896 Giuseppina Bakhita si consacrava per sempre al suo Dio che lei chiamava, con espressione dolce, «el me Paron».
Per oltre cinquant'anni questa umile Figlia della Carità, vera testimone dell'amore di Dio, visse prestandosi in diverse occupazioni nella casa di Schio: fu infatti cuciniera, guardarobiera, ricamatrice, portinaia.
Quando si dedicò a quest'ultimo servizio, le sue mani si posavano dolci e carezzevoli sulle teste dei bambini che ogni giorno frequentavano le scuole dell'Istituto. La sua voce amabile, che aveva l'inflessione delle nenie e dei canti della sua terra, giungeva gradita ai piccoli, confortevole ai poveri e ai sofferenti, incoraggiante a quanti bussavano alla porta dell'Istituto.

La sua umiltà, la sua semplicità ed il suo costante sorriso conquistarono il cuore di tutti i cittadini scledensi. Le consorelle la stimavano per la sua dolcezza inalterabile, la sua squisita bontà e il suo profondo desiderio di far conoscere il Signore.
«Siate buoni, amate il Signore, pregate per quelli che non lo conoscono. Sapeste che grande grazia è conoscere Dio!».
Venne la vecchiaia, venne la malattia lunga e dolorosa, ma M. Bakhita continuò ad offrire testimonianza di fede, di bontà e di speranza cristiana. A chi la visitava e le chiedeva come stesse, rispondeva sorridendo: «Come vol el Paron».

Nell'agonia rivisse i terribili giorni della sua schiavitù e più volte supplicò l'infermiera che l'assisteva: «Mi allarghi le catene...pesano!».
Fu Maria Santissima a liberarla da ogni pena. Le sue ultime parole furono: «La Madonna! La Madonna!», mentre il suo ultimo sorriso testimoniava l'incontro con la Madre del Signore.
M. Bakhita si spense l'8 febbraio 1947 nella casa di Schio, circondata dalla comunità in pianto e in preghiera. Una folla si riversò ben presto nella casa dell'Istituto per vedere un'ultima volta la sua «Santa Madre Moretta» e chiederne la protezione dal cielo. La fama di santità si è ormai diffusa in tutti i continenti.

Il processo di canonizzazione iniziò nel 1959, a soli 12 anni dalla morte.
Il 1° dicembre 1978 Papa Giovanni Paolo II firmò il decreto dell'eroicità delle virtù della Serva di Dio Giuseppina Bakhita.
Durante lo stesso pontificato, Giuseppina Bakhita fu beatificata il 17 maggio 1992 e canonizzata il 1° ottobre 2000.

I Responsabili


A loro, i Responsabili, dobbiamo la tenuta del paese che in questo periodo di crisi non può permettersi anche la caduta del Governo, stiamo assistendo da mesi a un teatrino della politica assurdo che blocca l'attività di Governo, c'è una sinistra incapace di fare l'opposizione costruttiva di cui avrebbe bisogno il paese, abbiamo una magistratura politicizzata che attraverso delle indagini senza capo ne coda vuole far cadere il premier, una magistratura che entra nelle case degli italiani con le intercettazioni. Vorrei ricordare che l'esecutivo in carica è stato votato dal popolo e che ha dalla sua la maggioranza degli italiani lo confermano i sondaggi , dell'ottima Alessandra Ghisleri, dai quali risulta che il gradimento degli italiani nei confronti del Presidente Berlusconi è del 51%. Non dimentichiamoci mai dei Responsabili a loro va il mio grazie, e credo che la pensino come me tantissimi italiani, perchè insieme con loro il governo potrà finalmente fare le riforme per far uscire il paese dalle secche della crisi.


lunedì 7 febbraio 2011

Reimpasto

Eccoci qui, orfani del naso, a dover decidere come procedere, in linea di massima ci si vede giovedì?

Cerchiamo di procedere nel migliore dei modi, la prima volta ci vediamo, suoniamo acustico e cerchiamo di fare il pezzo nuovo.

Che ne dite?

sabato 5 febbraio 2011

Solidarietà a Paul

Fratelli, dobbiamo essere solidali con la lodevole iniziativa del collega Paul.

fratelli...

stamattina partiro' per il concilio di Bologna, a seguito del quale verro' assegnato alla diocesi di gran canaria e tenerife. mi aspetta un arduo compito, ma sappiate che la forza di voi confratelli mi aiutera' ad evangelizzare quelle terre lontane e pericolose. pare infatti che vi alberghi il demonio che manifesta la sua presenza con occasionali eruzioni vulcaniche -Nino, non ho detto erezioni, stai tranquillo e cancella la prenotazione del volo.
vorrei dirvi che mi mancherete, mi e' piaciuta moltissimo l'alchimia -lo so, e' un termine blasfemo- che si e' creata, sia dal punto di vista umano che musicale...credo anche che siamo riusciti a mettere insieme 3 bei pezzi unendo le nostre diverse qualita' -anche se Eraldo ha solo quella di produrre peti pentatonici.
spero non mi rimpiazziate con un batterista vero, perche' al mio ritorno mi vedrei costretto ad entrare nella saletta dei filippini, lanciarvi contro cilici rotanti e fustigarvi con 'el gato a nueve codas', prodotto manufatturiero tipico di lanzarote che ho gia' chiesto all'artigiano Pedro di confezionarmi.
continuero' a produrre deliri su questo aut-orevole blog se mi sara' permesso...

che Scilipoti sia con voi!

D

giovedì 3 febbraio 2011

I venti.

Una chitarra, un Mac e un po' di fantasia.



Sto ancora male.

E qui una preghiera per la guarigione.


I BATTENTI DI GUARDIA SANFRAMONDI


I BATTENTI DI GUARDIA SANFRAMONDI UNA TRADIZIONE LUNGA QUATTRO SECOLI

Sono trascorsi circa quattro secoli da quando, per la prima volta, Guardia Sanframondi, hafesteggiato l’Assunta con “riti di penitenza”. Si tratta di una manifestazione religiosa che haluogo, ogni sette anni, nella prima settimana successiva al 15 di agosto: i quattro rioni del paesesi riuniscono in un lungo corteo per rievocare e riproporre i “misteri”, momenti di vita religiosache riproducono avvenimenti e scene di vita di personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento.Alla processione, che ha reso il piccolo comune del beneventano famoso in tutta Italia,partecipano circa 400 penitenti: indossano un saio bianco, hanno il volto coperto da uncappuccio e si flagellano le spalle con catenelle (flagellanti o disciplinanti) o si percuotono ilpetto fino a farlo sanguinare, con cilicio irti di spilli (battenti). Questo rito di penitenza vienesvolto nella chiesa parrocchiale dedicata all’Assunta ed a San Filippo Neri, patrono di Guardia.E’ da lì che inizia il corteo. A precedere la processione dei battenti, centinaia di figuranti suddivisiin piccoli gruppi, ognuno dei quali è preceduti da un "araldo" che, su di un cartello, indica il temadelle diverse scene rappresentative della vita di Gesù, dei santi e della storia della Chiesa. E poila volta dei battenti: impugnano nella mano destra una sorta di "spugna" di sughero sulla qualesono conficcati trentatré piccoli aghi e con quella percuotono ritmicamente il petto. Dopo averinferto alcuni colpi i battenti passano la spugna con gli aghi insanguinati ai coadiuvanti che liseguono e vi versano sopra del vino rosso.Ma chi ha assistito al rito, racconta che, dall'odore nauseabondo che si spande e che tampona ilnaso anche a distanza di giorni, potrebbe trattarsi di un miscuglio di aceto, analgesico edisinfettante, utile per lenire il dolore ed evitare infezioni. Il percorso della processione ètalmente tortuoso, che, nel risalire i numerosi vicoli che caratterizzano il paese, si hal’impressione di ammirare dall’alto un grosso labirinto. Non passa inosservato, con il trascorreredel tempo, l'andirivieni dei coadiuvanti con le bottiglie di vino: non sanno più chi servire, tantesono le mani che si protendono verso di loro.Sotto la veste, non più candida, si intravedono le diverse fisionomie dei penitenti: uomini per lopiù maturi, talvolta anziani, ma anche giovani, se non proprio ragazzi. Alti, grassi, robusti, magri,bassi o addirittura gracili. Si intuisce anche la presenza di donne: non si flagellano il petto con laspugna, ma percuotono le spalle con le catenelle di lamelle metalliche. Agli spettatori sipresentano scene strazianti: schizzi di sangue ovunque, sui cappucci, sul loro corpo, sui battentivicini e sui coadiuvanti. Il loro sangue lascia il segno anche sulla strada, sui muri e sulla genteassiepata lungo la via. A chiudere il corteo c’è l'Assunta in onore della quale, ogni sette anni, ilpopolo di Guardia versa devotamente il suo sangue. La statua della Madonna, scortata daicarabinieri in alta uniforme e coperta di monili preziosi, viene portato a spalla lungo tutto il paesedopo aver atteso sette lunghi anni nel suo tempio. I riti di penitenza dei battenti di GuardiaSanframondi sono molto sentiti in paese: la manifestazione religiosa, ogni sette anni, chiama inpaese tutti gli emigranti.Secondo la leggenda, tutto sarebbe iniziato in epoca medievale, quando due maialini, scavandonel terreno, misero allo scoperto una statua lignea della Madonna Assunta. Da allora, comesegno di devozione, il paese ricorda l’Assunta. I festeggiamenti durano 7 giorni: durante i primicinque giorni, ciascuno dei quattro rioni storici del paese (Croce, Fontanella, Piazza, Portella)compie un corteo di penitenza e uno di comunione; il sabato, invece, si svolge la processionedel clero.

Vorrei informazioni

Circa lo stato di salute del chitarrista.

Il silenzio degli innocenti

Siete particolarmente silenti in questi giorni, ma che succede? Io ho pensato che a mia insaputa siete partiti per fare un ritiro spirituale a Padova da S. Antonio oppure state flagellando le vostre carni?

Il Santo del giorno

San Biagio (di Sebaste)Vescovo e martire
(memoria facoltativa)




Biagio visse tra il III e il IV secolo a Sebaste, in Armenia (Asia Minore) : era medico e venne nominato vescovo della sua città.

Biagio in qualità di vescovo, dunque, governava la comunità di Sebaste nel periodo in cui nell’Impero romano si concesse la libertà di culto ai cristiani: nel 313.

Nel 316, a causa della sua fede, venne imprigionato e processato; rifiutò di rinnegare la fede cristiana e, per punizione, fu prima straziato con i pettini di ferro, che si usano per cardare la lana, e poi decapitato.
Quello che risulta strano agli occhi degli storici è che Biagio muore martire tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell’Impero Romano.
Una motivazione plausibile sul suo martirio sembra sia dovuta al dissidio scoppiato, nel 314, tra Costantino I e Licinio, i due imperatori-cognati (Licinio era sposato con una sorella di Costantino), e proseguito, con brevi tregue e nuove lotte, fino al 325, quando Costantino fa strangolare Licinio a Tessalonica (Salonicco).
Il conflitto provoca in Oriente anche qualche persecuzione locale - forse ad opera di governatori troppo zelanti, come scrive lo storico Eusebio di Cesarea nello stesso IV secolo - con distruzioni di chiese, condanne dei cristiani ai lavori forzati, uccisioni di vescovi.
Per Biagio i racconti tradizionali, seguendo modelli frequenti in quest’epoca, che vogliono soprattutto stimolare la pietà e la devozione dei cristiani, sono ricchi di vicende prodigiose, ma allo stesso tempo incontrollabili.

Il corpo di Biagio è deposto nella sua cattedrale di Sebaste ma, nel 732, una parte dei resti mortali viene imbarcata da alcuni cristiani armeni alla volta di Roma. Una improvvisa tempesta tronca, però, il loro viaggio a Maratea (PZ): qui i fedeli accolgono le reliquie del santo in una chiesetta, che poi diventerà l’attuale basilica, sull’altura detta ora Monte San Biagio, sulla cui vetta fu eretta, nel 1963, la grande statua del Redentore, alta 21 metri.

S. Biagio lo si venera tanto in Oriente quanto in Occidente, e per la sua festa è diffuso il rito della “benedizione della gola”, fatta poggiandovi due candele incrociate e invocando la sua intercessione. L’atto si collega a una tradizione secondo cui il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente salvato un bambino liberandolo da una spina o lisca conficcata nella sua gola.

Il culto di S. Biagio, oltre che in Europa e nelle Americhe, è molto diffuso in Italia dove sono numerosi i comuni che portano il suo nome e numerosissimi quelli di cui è il patrono.
Molti di questi comuni posseggono anche delle reliquie come :
Carosino (TA) : un pezzo della lingua, conservato in un'ampolla incastonata in una croce d'oro massiccio;
Caramagna Piemonte (CN) : un pezzo del cranio conservato in un busto argenteo;
Cardito (NA) : un ossicino del braccio;
Palomonte (SA) : una reliquia nella Chiesa madre Santa Croce;
Penne, in Abruzzo : il cranio del santo.

Nella cattedrale di Ruvo di Puglia si venera, nel giorno di S. Biagio, una reliquia del braccio del Santo, esposta entro un reliquiario a forma di braccio benedicente, portato in processione dal Vescovo e esposto alla pubblica venerazione dopo la solenne messa pontificale in cattedrale, al vespro del 3 febbraio.


Nella sua qualità di medico, i fedeli si rivolgono a Biagio anche per la cura dei mali fisici ed in particolare per la guarigione dalle malattie della gola; durante la celebrazione liturgica in molte chiese i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele.
È anche protettore dei laringoiatri, suonatori di flauti, cardatori di lana, fabbricanti di materassi, degli animali e delle attività agricole (secondo la leggenda guariva con un segno di croce gli animali ammalati).

S. Biagio è ricordato dalla chiesa il "dies natalis", cioè il 3 febbraio, quando fu decapitato, ma a Maratea la festa patronale si celebra nella seconda domenica di maggio con un cerimoniale stabilito da un protocollo vecchio di secoli. I festeggiamenti durano otto giorni e si aprono il sabato precedente la prima domenica di maggio con la processione al Castello, detta “S. Biagio va per la terra”. Il giovedì successivo, il simulacro del Santo viene portato a Maratea Inferiore, e la mattina della seconda domenica di maggio la statua, coperta col drappo rosso, torna nella sua abituale sede al Castello.

mercoledì 2 febbraio 2011

Oggi è festa!

LA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE (festa)




Per la Chiesa di Gerusalemme, la data scelta per la festa della presentazione fu da principio il 15 febbraio, 40 giorni dopo la nascita di Gesù, che allora l’Oriente celebrava il 6 gennaio, in conformità alla legge ebraica che imponeva questo spazio di tempo tra la nascita di un bambino e la purificazione di sua madre.
Quando la festa, nei secoli VI e VII, si estese in Occidente, fu anticipata al 2 febbraio, perché la nascita di Gesù era celebrata al 25 dicembre.
A Roma, la presentazione fu unita a una cerimonia penitenziale che si celebrava in contrapposizione ai riti pagani delle "lustrazioni". Poco alla volta la festa si appropriò la processione di penitenza che divenne una specie di imitazione della presentazione di Cristo al Tempio.
S. Sergio I (687-701), di origine orientale, fece tradurre in latino i canti della festa greca, che furono adottati per la processione romana. Nel secolo X la Gallia organizzò una solenne benedizione delle candele che si usavano in questa processione; un secolo più tardi aggiunse l’antifona Lumen ad revelationem con il cantico di Simeone (Nunc dimittis).

Dall’omelia del Servo di Dio Giovanni Paolo II
Basilica Vaticana - Martedì, 2 febbraio 1993

Carissimi fratelli e sorelle, in questa solenne celebrazione della Festa della presentazione di Gesù al Tempio, saluto di cuore tutti voi che siete venuti qui.

1. “Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio” (Lc 2, 27). Le parole, che leggiamo nel brano evangelico dell’odierna liturgia, si riferiscono a Simeone, un pio israelita che “aspettava il conforto d’Israele”, cioè la venuta del Messia. A lui fu affidata la parola della Rivelazione nel momento della presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme, quaranta giorni dopo la sua nascita a Betlemme. L’evangelista sottolinea come su questo uomo timorato di Dio stava lo Spirito Santo (cf. Lc 2, 26), il quale gli aveva preannunciato che “non avrebbe visto la morte senza aver prima veduto il Messia del Signore” (Lc 2, 26). L’evangelista ribadisce in particolare che Simeone, mosso appunto dallo Spirito, si recò al tempio il giorno in cui “i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge” (Lc 2, 27). Insieme a Simeone il testo evangelico presenta anche la profetessa Anna, sottolineando così la sua partecipazione alla Rivelazione del Messia: “Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme” (Lc 2, 38).

2. La presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme è strettamente collegata col mistero dell’Epifania. L’Epifania mette infatti in evidenza la presenza e l’azione dello Spirito Santo, che guida gli uomini ad incontrare e a riconoscere il Salvatore e a darne poi testimonianza. Lo Spirito Santo discenderà sugli Apostoli nel giorno della Pentecoste. Nel momento della presentazione la sua presenza anticipa e prepara quel giorno. Anticipa e prepara, 30 anni prima, l’epifania sulla riva del Giordano e tutta la missione messianica di Gesù di Nazaret. Al tempo stesso, la presentazione di Gesù al tempio esprime in maniera drammatica le modalità di tale missione salvifica. Rivolgendosi a Maria, la Madre di Gesù, Simeone dice: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri di molti cuori” (Lc 2, 34-35). Illuminato dallo Spirito Santo, Simeone vede nel Bambino, presentato a Dio da Maria e Giuseppe, Colui che è venuto per prendersi cura dei figli di Abramo. “Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo” (Eb 2, 17). Ma Simeone vede già tutto questo? Lo vede veramente anche la profetessa Anna? La Chiesa, comunque, ritrova tutto ciò nella loro testimonianza. Lo ritrova nelle parole di Simeone. In esse la Chiesa ritrova anche un riferimento spirituale a quel tempio, le cui porte sollevano i propri frontali perché possa entrare il re della gloria (cf. Sal 24 (23),7); Colui che, al tempo stesso, è anche un segno di contraddizione [...] Amen!

Ma non basta

Qui dovremmo fare il primo concerto

Что делать?

Che fare? Così diceva Lenin in un suo famoso scritto. E allora vi chiedo seccamente:


1)Batterista a tempo determinato o batteria elettronica o altre soluzioni?

2)Per la prossima settimana suoniamo oppure no?




Auguri a Daniele (anche se forse il suo compleanno è stato ieri o sbaglio?)




Esempi

Ecco quello che dovremmo fare e per chi dovremmo votare.

martedì 1 febbraio 2011

Uomini e donne

Amici, oggi ho visto la trasmissione televisiva più bella del mondo, tutto il resto è fuffa. La trasmissione è Uomini e Donne nella versione in cui ci sono anche gli anziani. A volte avere l'influenza può essere molto molto istruttivo.

Dobbiamo assolutamente avere tutte le puntate di questa perla mediatica per vederle tutti insieme.

Ovviamente prima e dopo la visione pregheremo.


Rompo il muro del silenzio...

In modo perentorio rompo il muro del silenzio odierno del blog: