lunedì 20 febbraio 2012

Mesdames et Messieurs con gioia vi presento la:

Beata Giacinta Marto
Veggente di Fatima



G
iacinta Marto nasce l'11 marzo 1910 ad Aljustrel, Parrocchia di Fatima, settima ed ultima figlia di Manuel Pedro Marto e di Olimpia di Gesù. Nel 1916, all’età di sei anni, inizia a lavorare come pastorella.

La Chiesa ha meditato molto, prima di elevarla alla gloria degli altari, non perché si avesse qualche dubbio sulla sua vita cristallina, ma perché fior di teologi cercavano di mettersi d’accordo su una questione non di poco conto: se cioè a 10 anni non ancora compiuti le virtù possono essere vissute in grado eroico, come è appunto richiesto ad ogni cristiano che viene proposto alla venerazione dei fedeli come beato o santo. Alla fine ogni dubbio si è sciolto, anche perché il buon Dio ha messo più di una firma (i miracoli, richiesti per portare qualcuno “sugli altari”) sulla santità di questa bambina.
Non dunque per aver avuto sei apparizioni della Madonna, ma perché queste l’hanno aiutata a raggiungere la perfezione cristiana, noi oggi abbiamo la gioia di festeggiare il 20 febbraio  Giacinta Marto, una delle tre veggenti di Fatima, che il Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005), il 13 maggio 2000, ha elevato alla gloria degli altari insieme al fratellino Francesco (ricorrenza il 4 aprile).

Tutto inizia un altro 13 maggio di 83 anni prima, nel 1917, quando la Madonna le appare per la prima volta (ha appena 7 anni), mentre è al pascolo con il fratello Francesco e la cuginetta Lucia.
È quest’ultima (morta il 13 febbraio 2005 sulla soglia dei 98 anni) a testimoniare che Giacinta fino a quel giorno è una bambina come tutte le altre: le piace giocare, come a tutti i bambini di quell’età; è un po’ permalosa, fa il broncio per un nonnulla e non si rassegna tanto facilmente a perdere; le piace ballare e basta il suono di un piffero rudimentale per far fremere e roteare il suo piccolo corpo.

La Madonna irrompe nella sua vita e la cambia radicalmente: medita a lungo sull’eternità dell’inferno e prende sul serio i sacrifici per la conversione dei peccatori, si priva anche della merenda per soccorrere i bambini di due famiglie bisognose, si innamora del Papa che vorrebbe tanto incontrare a tu per tu, la sorprendono spesso in preghiera fatta con uno slancio di amore sicuramente superiore alla sua età. Qualsiasi sofferenza, offerta per la conversione dei peccatori, è sempre accompagnata da un amore che si riscontra solo nei più grandi mistici.

Il 23 dicembre 1918, 14 mesi dopo l’ultima apparizione, lei e Francesco vengono colpiti dalla “spagnola”, ma mentre quest’ultimo si spegne in pochi mesi, per Giacinta il calvario è più tormentato perché sopraggiunge una pleurite purulenta, da lei sopportata e offerta per la conversione dei peccatori e per riparare gli oltraggi che si fanno al cuore immacolato di Maria.
Un ultimo grande sacrificio le viene chiesto: staccarsi dai suoi e soprattutto dalla cugina Lucia, per un ricovero nell’ospedale D. Estefania a Lisbona.
Si tenta di tutto, anche un intervento chirurgico senza anestesia, per tentare di strapparla dalla morte, ma la Madonna viene serenamente a prenderla il 20 febbraio 1920, come aveva promesso.

Il 12 settembre del 1935 la sua salma fu solennemente traslata, dalla tomba di famiglia del Barone di Alvaiàzere in Vila Nova di Ourèm, al cimitero di Fatima, vicino ai resti mortali del suo fratellino Francesco.
Il 1° maggio del 1951 i resti mortali di Giacinta vennero deposti, in forma molto semplice, nella tomba preparata nella Basilica della Cova da Iria, nella cappella laterale, a sinistra dell'altare maggiore.


Fonti principali : santiebeati.it; worldfatima.com («RIV.»).

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