lunedì 16 aprile 2012

Il Santo del Giorno-16/04/2012


Con una certa gioia, senza nulla togliere agli altri Santi ovviamente, e commozione vi presento la Santa del Giorno:   

Santa Bernardetta Soubirous, 
Suora e veggente
18 Apparizioni : dall’11.02 al 16.07.1858




Da Lourdes a Nevers, dal Mulino di Boly a Saint-Gildard, dalla nascita, il 7 Gennaio 1844, alla morte, il 16 Aprile 1879, quanti sconvolgimenti nella vita di Bernardetta (al secolo Marie-Bernarde) Soubirous!
Figlia primogenita di un mugnaio rovinato, la cui estrema povertà lo farà gettare in carcere, essa vive, passando da un tugurio all'altro, fino al Cachot. Conosce la malattia, la fame, l'esclusione, l'incertezza del domani, il disprezzo da parte di coloro che hanno tutto. Sa appena leggere e scrivere. È un'adolescente del suo tempo che subisce le conseguenze dell'industrializzazione nascente.
L'amore dei suoi e la fede in Dio la fanno camminare a testa alta per le strade di Lourdes. Nel cuore di questa realtà, Bernardetta fa l'esperienza inaspettata dell'incontro con “la Signora di Massabielle”. Dio le dà di conoscere il Suo Amore che sconvolge l'ordine stabilito dagli uomini: nel momento in cui tutti quelli che sanno tutto e che detengono il potere, affermano con tutta sicurezza che la ragione è sufficiente per rifare il mondo, Egli va a cercare una ragazzina che non capisce neppure il francese. “E' perché ero la più povera e la più ignorante che la Santa vergine mi ha scelta”.      

Così, l'11 febbraio 1858, tutto è cominciato con un rumore, come un colpo di vento. La Vergine Maria appare per la prima volta a Bernardetta alla Grotta di Massabielle, a Lourdes. “Vorresti farmi la cortesia di venire qui per quindici giorni? ”
La bella Signora ha detto "vorresti"… e Bernardetta ha detto "sì". Liberamente. "Sì", senza inquietudine, quando i grandi medici sapienti, venuti proprio per vederla, parlano di lei con paroloni enormi "catalessi, isterismo"… "Sì" senza paura quando la minacciano di prigione. "Sì" senza turbarsi davanti a coloro che la trattano da bugiarda o la chiamano "la Santina", e vogliono strapparle un lembo del fazzoletto, del vestito, o un ciuffo di capelli.
"Sì" con umiltà, ma dignitosa quando sollecita la sua entrata in una Congregazione presente negli ospedali, negli ospizi e nelle scuole, pur essendo senza istruzione, senza competenze, senza bagagli…

La sera del 7 Luglio 1866, Bernardetta varca la soglia di Saint-Gildard, Casa Madre della Congregazione delle Suore della Carità di Nevers, che aveva conosciuto all'Ospizio di Lourdes, e intraprende così il cammino evangelico proposto dalla Congregazione che ha scelto.
"Dio è Carità" Al suo arrivo, Bernardetta ha potuto leggere queste parole, impresse sulla pietra del frontone della casa. Esse raggiungono l'esperienza che era già iscritta nel suo cuore: quella dell'amore sorprendente di Dio per ogni uomo.

Durante 13 anni, Bernardetta rimarrà a Saint-Gildard, successivamente aiuto infermiera, responsabile dell'infermeria, sacrestana, ma spesso ammalata lei stessa…
A Nevers, in una vita umile e nascosta, porterà nel suo essere una profonda solidarietà con i più poveri. Unita a Gesù, che ha amato fino a donare la Sua propria vita, cercherà di tradurre in ogni suo gesto e in ogni sua parola, il desiderio del suo cuore.      

“ Non vivrò un solo istante senza passarlo amando”. Spesso ammalata, nell' ultimo periodo della sua vita, Bernardetta trascorre lunghi giorni nell'infermeria Sainte Croix. "La si lascia sentendosi più forti e più sicuri di quando si è venuti" Come i malati, Bernardetta conosce l'umiliazione della dipendenza, la sofferenza dell'inutilità, ma di questa umiliazione, di questa sofferenza, essa fa un luogo di apertura agli altri, un luogo di solidarietà profonda con tutti coloro che vivono la stessa traversata :
“  … Non avrei certamente scelto questa inazione in cui sono ridotta.” “ La preghiera è la mia sola arma…”. Bernardetta non è né passiva né ripiegata su se stessa. Rimane in uno stato di continua sorveglianza per non lasciarsi immergere nella sofferenza.
Chi le viveva vicino descrive quanto "le sofferenze della sua ultima malattia fossero atroci. Il petto, sfinito, era di fuoco; le ossa del ginocchio erano rose da una carie divorante". Queste settimane vissute all'infermeria Sainte Croix, sono per Bernardetta un periodo di prova fisica certamente, ma anche di prova spirituale, di "notte" della fede. Ma la sua forza, la sua costanza, le chiede a Gesù, le attinge da Gesù sulla Croce.

Mercoledì 16 Aprile 1879, nella settimana di Pasqua, a metà pomeriggio, è "l'ora" in cui l'avventura di Bernardetta giunge a compimento. Come Gesù, essa affida la sua vita nelle mani di Dio, quel Dio che è “ nostro Padre e che ha per noi una tenerezza infinita”.

Itinerario della canonizzazione :
-       1907: apertura del processo ordinario di beatificazione, completato nel 1909.
-       1909: il 22 settembre, 1a riesumazione del corpo di Bernardetta: è trovato intatto.
-       1913: il 13 agosto, Pio X autorizza l'Introduzione della causa di beatificazione.
-       1919: il 3 aprile, 2a riesumazione per il riconoscimento del corpo.
-       1923: il 18 novembre, Pp Pio XI (Achille Ratti) dichiara l'eroicità delle virtù.
-       1925: il 18 aprile, 3a riesumazione: il corpo è sempre intatto. I medici presenti nelle tre   esumazioni giudicarono il fenomeno "non naturale". Il 14 giugno, beatificazione di Bernardetta, da parte di Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939), a San Pietro di Roma. Il 18 luglio, il corpo di Bernardetta è messo in un’urna, il viso e le mani coperti di una pellicola sottile di cera. Il 3 agosto, trasferimento dell’urna, dal noviziato alla Cappella del convento Saint-Gildard.
-       1933: l'8 dicembre, festa dell'Immacolata Concezione, canonizzazione di Bernardetta da parte di Pp Pio XI.
    
S. Bernardetta è la protettrice degli ammalati e la Patrona di Lourdes.


Per approfondimenti & è Il tempo della vita consacrata




Fonti principali : Lourdes-France.org ; donbosco-torino.it (« RIV.»).


Dal “Testamento di Bernardetta”


« Per la miseria di mamma e papà, per la rovina del mulino, per quel tavolone della sventura, per il vino versato, per le pecore rognose, grazie, mio Dio.


Per la bocca di troppo che ero da sfamare, per i bambini che ho accudito, per le pecore che ho pascolato, Grazie.


Grazie, mio Dio, per il procuratore, per i gendarmi, per le parole rudi di Padre Peyramale.


Per i giorni in cui siete venuta, per quelli in cui non siete venuta, non potrò mai ringraziarvi abbastanza che in Cielo...


Grazie perché se ci fosse stata una giovane più insignificante di me, non avreste scelto me…


Grazie per aver colmato di amarezze il cuore troppo tenero che mi avete dato. Per Madre Josephine, che mi ha definito buona a nulla, grazie…


Per i sarcasmi della Madre Superiora, la sua voce dura, le sue ingiustizie, le sue ironie e per le umiliazioni, grazie.


Grazie di essere stato l’oggetto privilegiato dei rimproveri, per cui le Sorelle dicevano: “Che fortuna non essere Bernardetta”.


Grazie di essere stata Bernardetta, minacciata di prigione perché vi aveva vista, Vergine Santa, di essere stata guardata dalla gente come una bestia rara: questa Bernardetta talmente insignificante, che quando la si vedeva, si diceva: “Quella là?”.


Per questo corpo mingherlino che mi avete dato, per questa malattia di inferno, per le mie carni incancrenite, per le mie ossa cariate, per i miei sudori, per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti, grazie, mio Dio.


E per questa anima che mi avete dato, per il deserto dell’aridità interiore, per la vostra oscurità e le vostre rivelazioni, per i vostri silenzi e i vostri lampi, per tutto, per Voi, assente o presente, grazie Gesù ».

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