Sacerdote, Fondatore
:
“Suore della
Provvidenza”
Luigi Scrosoppi nasce il 4 agosto
A dodici anni intraprende la via del sacerdozio,
frequentando il seminario diocesano di Udine e il 31 marzo 1827 è ordinato
sacerdote; al suo fianco ci sono i fratelli Carlo e Giovanni Battista, entrambi
sacerdoti.
L'ambiente poverissimo del Friuli dell'800, stremato da
carestie, guerre ed epidemie, è per Luigi come un appello a prendersi cura dei
deboli: si dedica, con altri sacerdoti ed un gruppo di giovani maestre,
all'accoglienza e all'educazione delle "derelitte", le ragazze
più sole ed abbandonate di Udine e dintorni. Per loro mette a disposizione i
suoi beni, le sue energie, il suo affetto; non risparmia niente di sé e quando
le necessità sono più impellenti va a chiedere l'elemosina: egli ha fiducia
nell'aiuto della gente e soprattutto confida nel Signore. La sua vita è infatti
una manifestazione palpabile di grande fiducia nella Provvidenza divina. Così
scrive, a proposito dell'opera di carità in cui è coinvolto: “La Provvidenza di
Dio, che dispone gli animi e piega i cuori a favorire le opere sue, fu l'unica
fonte dell'esistenza di questo Istituto...quella amorosa Provvidenza, che non
lascia confondere chi confida in lei”. Non trascura occasione per infondere
questa fiducia e serenità nelle ragazze accolte e nelle giovani donne dedite
alla loro educazione. Esse vengono chiamate "maestre" perché sono
abili nei lavori di cucito e di ricamo, ma sono anche capaci di insegnare a
"scrivere, leggere e far di conto", come si usava dire. Sono donne di
età e di origini diverse, ed in ognuna di loro va maturando la decisione di
mettere la propria vita nelle mani del Signore e di consacrarsi a lui,
servendolo nella famiglia delle "derelitte".
La sera del 1 febbraio 1837 nove donne, come segno della
decisione definitiva, depongono i loro "ori" e scelgono di
vivere nella povertà e nella donazione totale di sé. È in questa semplicità che
nasce la congregazione delle “Suore della Provvidenza”, la famiglia
religiosa fondata da Padre Luigi. Alle prime maestre si uniscono altre. Ci sono
le ricche e le povere, le colte e le analfabete, le nobili e quelle di origini
umili: nella casa della Provvidenza c'è posto per tutte e tutte diventano
sorelle.
Nel frattempo, Luigi va maturando il bisogno di una
consacrazione più totale al Signore. È affascinato dall'ideale di povertà e di
fraternità universale di Francesco d'Assisi, ma gli eventi della vita e della
storia lo condurranno sulle orme di S. Filippo Neri, il cantore della gioia e
della libertà, il santo della preghiera, dell'umiltà e della carità.
La vocazione "oratoriana" di Luigi si
realizza nel 1846 e nella maturità dei suoi 42 anni, diventa figlio di S.
Filippo: da lui impara la mansuetudine e la dolcezza che lo aiuteranno ad
essere più idoneo al compito di fondatore e padre della Congregazione delle “Suore
della Provvidenza”.
Lentamente si delineano in Padre Luigi i tratti fondamentali
di una vita spirituale centrata su Gesù Cristo, amato e imitato nell'umiltà e
povertà della sua incarnazione a Betlemme, nella semplicità della vita
laboriosa di Nazareth, nella completa immolazione della croce sul Calvario, nel
silenzio dell'Eucaristia. Tutte le opere da lui avviate durante la sua vita
riflettono la sua scelta preferenziale verso i più poveri, verso gli ultimi,
gli abbandonati. “Dodici case - aveva profetizzato - aprirò
prima della mia morte”, e fu così.
Ormai anziano, con la sua abituale apertura di spirito,
capisce che è venuto il momento di cedere il timone e lo cede alle suore con
serenità e speranza. Mantiene tuttavia con tutte un rapporto epistolare che
contribuisce a rinsaldare i legami di affetto e di carità e, nella sua
sollecitudine paterna, mai si stanca di raccomandare la fraternità e la
fiducia.
Alla fine del 1883 è costretto a sospendere ogni attività,
le forze cominciano a diminuire ed è tormentato da una febbre costantemente
alta. La malattia progredisce inesorabilmente. Raccomanda alle suore di non
temere nulla “perché è Dio che ha fatto nascere e crescere la famiglia
religiosa, e sarà ancora lui che la farà progredire”.
Quando sente giungere la fine, vuole salutare tutti. Quindi
rivolge le ultime parole alle Suore: “Dopo la mia morte, la vostra
Congregazione avrà molte tribolazioni, ma dopo rinascerà a vita nuova. Carità!
Carità! Ecco lo spirito della vostra famiglia religiosa: salvare le anime e
salvarle con la Carità”.
Nella notte di giovedì 3 aprile 1884, avviene il suo
incontro definitivo con Gesù.
La fama della sua santità si propagò subito tra il popolo.
Non soltanto i credenti salutarono la morte di un santo, ma persino gli
anticlericali. Gli stessi cinque quotidiani non cattolici di Udine, liberali,
anticlericali e massonici, riconobbero l’eccezionalità della sua figura di
prete. Una testimonianza tra tutte, tratta dal giornale "Il Friuli",
notoriamente mangiapreti: “Pare impossibile– scrisse -, ma questa volta
il filantropo è un prete… è don Luigi Scrosoppi, un bravo ministro di dio (con
la "d" minuscola, sic), che si prestò sempre con zelo per il
bene del suo prossimo e si adoperò per l’istituzione di parecchi istituti di
beneficenza”.
E da subito cominciarono le grazie, le guarigioni fisiche e
morali, attribuite alla sua intercessione. Il processo ordinario per il
riconoscimento della sua santità si svolse dal 1932 al ’36. Le sue virtù
eroiche furono riconosciute ufficialmente dal Servo di Dio Paolo VI
(Giovanni Battista Montini, 1963-1978) il 12 giugno 1978.
Il Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła,
1978-2005) lo innalzò solennemente agli onori dell'altare, in P.za
San Pietro, il 4 ottobre 1981.
L’ultimo miracolo, ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa
per l’ultima tappa della canonizzazione, fu compiuto a favore di Peter Chungu
Shitima, nello Zambia. Studente dell’Oratorio di san Filippo in Sudafrica, si
ammalò di polineurite periferica agli arti inferiori e della sindrome
cachettica, insomma ammalato di AIDS in fase terminale. Fu mandato a casa in
Zambia dagli stessi medici, perché morisse in famiglia. La comunità
dell’Oratorio, i parrocchiani e la stessa famiglia cominciarono a chiedere la
guarigione di Chungu per l’intercessione di padre Luigi, di cui Chungu era
molto devoto. Una notte Chungu sognò padre Luigi che lo rassicurò sulla sua
guarigione. Il giorno dopo cominciò ad alzarsi e a star bene, come prima della
malattia. Ora si trova di nuovo in Sudafrica, in seminario.
Il Beato Giovanni Paolo II riconobbe ufficialmente la
santità di padre Luigi nel Concistoro pubblico del 23 marzo 2001. La solenne
canonizzazione ebbe luogo il 10 giugno 2001, in P.za S. Pietro, alla
presenza di migliaia di fedeli provenienti dal suo Friuli e da tutte le parti
d’Italia e del mondo, ove ancor oggi e sempre, con lo stesso zelo per i poveri,
operano le sue amatissime suore.
Significato del nome Luigi : “combattente valoroso”
(franco-tedesco).
Fonti: vatican.va, suoredellaprovvidenza.it
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