mercoledì 15 febbraio 2012

Il Santo del Giorno-15/02/2012

SS. Faustino e Giovita
Martiri
Patroni di Brescia



Faustino e Giovita, secondo la « Legenda Maior », erano entrambi figli di una nobile famiglia pagana di Brescia.

Intrapresero presto la carriera militare e divennero cavalieri. Furono, in seguito,  convertiti e battezzati da S. Apollonio  vescovo, che li accolse nella comunità dei primi cristiani bresciani.
Qui si impegnarono a fondo nell'evangelizzazione; erano efficaci predicatori tanto che il vescovo nominò Faustino presbitero e Giovita diacono.

Fu proprio il successo della loro predicazione che li rese invisi ai maggiorenti di Brescia che temevano la diffusione del Cristianesimo. Era il periodo della persecuzione voluta da Traiano (la terza) e alcuni personaggi potenti della città invitarono il governatore della Rezia (Raetia in latino: era il nome di una provincia dell’impero romano, comprendente i territori alpini e subalpini compresi fra l’odierno Alto Adige, la Baviera meridionale, parte della Svizzera, dell’Austria occidentale e del versante alpino italiano), Italico, ad eliminare Faustino e Giovita col pretesto del mantenimento dell'ordine pubblico.
Sopravvenne la morte di Traiano e il governatore ritardò la cattura in attesa del suo successore.

Il nuovo imperatore, Adriano, ordinò a Italico di procedere nella persecuzione e Faustino e Giovita furono incarcerati per aver rifiutato di sacrificare agli dei. Intanto l'imperatore, di ritorno dalla campagna militare delle Gallie si fermò a Brescia; qui venne coinvolto nella faccenda ed egli stesso chiese ai due giovani di adorare il dio sole ma essi si rifiutarono ed anzi colpirono la statua del dio pagano. L'imperatore ordinò, quindi, che fossero dati in pasto alle belve del circo: furono rinchiusi in una gabbia con delle tigri ma le fiere rimasero mansuete e si accovacciarono ai loro piedi; il miracolo ebbe come effetto la conversione di molti spettatori tra cui anche la moglie del governatore Italico, Afra, che diverrà un giorno anche lei martire e sarà proclamata santa (memoria 4 maggio).

Venne, poi,  ordinato che i giovani fossero scorticati vivi e messi al rogo. Il martirologio racconta come il fuoco non toccò nemmeno le vesti dei due condannati e le conversioni in città ebbero ancora più larga diffusione. Furono tenuti prigionieri nelle carceri di Milano dove subirono molte torture; trasferiti a Roma, furono di nuovo dati in pasto alle fiere nel Colosseo, ma anche questa volta ne uscirono indenni; furono, allora, imbarcati e mandati a Napoli e pare che, grazie ad una loro intercessione, una tempesta, durante il viaggio, si placò.
Le torture continuarono: si decise di spingerli nel mare su una barchetta che però tornò a riva riportata, secondo la leggenda, in salvo dagli angeli.
Furono quindi condannati a morte e riportati a Brescia dove il 15 febbraio (tra il 120 e il 134)  furono decapitati, poco fuori di Porta Matolfa.

Faustino e Giovita furono sepolti nel vicino cimitero di S. Latino dove il vescovo S. Faustino (un altro santo col nome Faustino) costruirà la chiesa di San Faustino ad sanguinem, poi sant'Afra e oggi sant'Angela Merici. Alcune reliquie sono oggi conservate nella basilica dedicata ai due martiri; le maggiori reliquie di S. Faustino martire sono conservate nella chiesa madre di Pietradefusi (Avellino), città di cui è pure protettore.

Il loro culto si diffuse verso l'VIII secolo, periodo in cui fu scritta la leggenda, prima a Brescia e poi, per mezzo dei longobardi, in tutta la penisola ed in particolare a Viterbo. Il loro patronato su Brescia fu confermato anche a causa di una visione dei due santi che combattevano a fianco dei bresciani contro i milanesi nello scontro decisivo che fece togliere l'assedio alla città, il 13 dicembre 1438.

Significato del nome Faustino: “propizio, fausto, favorevole” (latino).
Significato del nome Giovita : “giovane vita” (latino).

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